L’Aquila Basket Trento non si ferma più. Con la vittoria di ieri al supplementare contro i tedeschi del Bonn, la neo capolista della Serie A ha matematicamente superato il primo turno di Eurocup (la seconda coppa continentale) e la settimana prossima si gioca con Bilbao anche il primo posto del girone.
Alcuni direbbero che si tratta di un miracolo, ma la verità è che Trento (in soli 20 anni di storia) ha fatto della programmazione la base dei propri successi (salendo dalla B2 alla massima serie tra il 2009 e il 2014), credendo nel talento delle persone che oggi sono i cardini del progetto.
La prima figura di rilievo in ordine di tempo è il general manager, Salvatore Trainotti, giunto in società circa nove anni fa. Il suo merito maggiore è stato quello di aver costruito formazioni assortite, valorizzando giovani italiani (come Forray, Baldi Rossi, Spanghero e Flaccadori) e scoprendo nuovi talenti statunitensi (la guardia Tony Mitchell, il centro Josh Owens – ora a Venezia – e l’ala forte Julian Wright su tutti).
Il secondo tassello di questo mosaico è stato l’allenatore, Maurizio Buscaglia, giunto in Trentino una prima volta tra il 2003 e il 2007 (tra C1 e B2) e poi richiamato nel 2010, anno in cui è partita la scalata verso la serie A. Trento è passato dalla A dilettanti alla massima serie, ma Buscaglia è ancora lì e ora il basket italiano riconosce e premia il suo talento (premiato due volte miglior allenatore dell’anno).
Se nel 2010 inizia in panchina l’era Buscaglia, sul campo inizia un anno più tardi l’era di Davide Pascolo. Classe 1990, nativo di Udine (città in cui ha esordito in Legadue), giunge a Trento scendendo di una categoria, dove fin da subito diventa titolare fisso, ottenendo la promozione in Legadue e portando i trentini due anni dopo in Serie A. Braccia lunghissime, attitudine difensiva asfissiante, tiro preciso (nonostante una meccanica non proprio da esteti del gioco), Pascolo è ora uno dei giocatori più dominanti della Serie A.
(Foto da Twitter: @Italbasket)