Ne è convinto Maurizio Fava, ricercatore di origini vicentine che da trent’anni lavora al Massachussetts General Hospital di Boston, autore dello studio clinico. Secondo quanto pubblicato dalla rivista scientifica Molecular Psychiatry, il farmaco è composto da una molecola definita ‘NSI-189’ che si assume per via orale e agisce rapidamente e garantirebbe un’azione duratura senza particolari effetti collaterali.
La fase di sperimentazione ha già superato positivamente i primi test condotti su un gruppo ristretto di pazienti (24 persone) dimostrando anche la sua tollerabilità a livello di organismo.
Attualmente lo studio clinico è entrato nella sua fase 2 che, come anticipa Fava all’agenzia Ansa, “coinvolgerà in tutto 220 pazienti, avrà lo scopo di verificare in via definitiva l’efficacia del farmaco e darà i suoi risultati all’inizio del 2017″.
Alla seconda fase di sperimentazione ne seguirà una terza e se l’esito dei test verrà confermato definitivamente, il nuovo farmaco potrebbe essere in commercio già dal 2018.