Il marmista di 67 anni trovato morto nella sua azienda di Agrigento è stato ammazzato. L’autopsia eseguita nella camera mortuaria dell’ospedale “San Giovanni di Dio” di Agrigento da due medici legali – uno di Sciacca (Ag) e uno di Palermo – non lascia dubbi sulle cause della morte di Giuseppe Miceli.
Sarebbero stati dei colpi inferti fra la nuca e la testa ad avere ucciso il 67enne. La lesione al mento pare che sia successiva al decesso, forse determinata dalla caduta sul pavimento. La morte di Miceli dovrebbe essere avvenuta fra il tardo pomeriggio e la notte della domenica.
Stamani, i carabinieri di Cattolica Eraclea e quelli della Scientifica del nucleo investigativo hanno sequestrato anche il laboratorio di marmi e graniti e alcuni materiali saranno inviati al Ris di Messina. Ieri, era stato sequestrato soltanto l’ufficio di via Crispi, laddove la salma è stata ritrovata dal fratello maggiore di Miceli, Ignazio, contitolare dell’azienda.
“È stato ammazzato come un cane”, ha detto il fratello. Le ipotesi investigative, di cui si stanno occupando i carabinieri, restano quella della rapina finita male o dell’omicidio scaturito da un precedente litigio. Intanto, i carabinieri stanno continuando a scavare nella vita del sessantasettenne che, a quanto pare, avrebbe avuto il vizio delle scommesse.