Dopo il ko interno contro la Juventus, il Palermo di Ballardini fa visita all’Atalanta, trasferta preparata in una settimana segnata dalla clamorosa eliminazione in Coppa Italia per mano dell’Alessandria, squadra di Lega Pro, e dalla conseguente scelta di lasciare fuori dai convocati Maresca, Rigoni e Daprelà.
Decisione che ha suscitato non poche polemiche nell’ambiente rosanero: “La situazione è chiara da un po’ di tempo – esordisce Ballardini – c’è del malcontento in alcuni giocatori da ancor prima che arrivassi. Ma non per questioni tecniche, bensì più specifiche, come magari i rinnovi. A parer mio, però, non ha senso dire che qualcuno ha giocato contro l’allenatore o i compagni. Magari uno in campo non riesce ad esprimersi per come vorrebbe perché forse non è sereno. Abbiamo fatto una gran partita contro la Lazio, e fino al gol di Mandzukic ce la siamo giocata anche contro la Juve. Il malcontento esiste già dà un po’, ne prendo atto, ma a parte la partita contro l’Alessandria, le prestazioni sono state positive: la squadra ha dimostrato che c’è, è un Palermo molto soddisfacente dal punto di vista del gioco e dell’impegno“.
Giocare liberi – “Sappiamo di essere dei privilegiati in questo lavoro, ma queste situazioni di poca serenità ci possono stare. Voglio dei ragazzi che siano sereni e motivati a dovere, che possano giocare liberi. Ma sono convinto che le cose si risolveranno“.
Il nervosismo di Vazquez – “Franco è molto importante per noi. Evidentemente ha fatto suo questo stato d’animo dei compagni, ma è pur sempre un ragazzo di 26 anni, quindi magari anche lui ha sofferto questa situazione di poca serenità all’interno dello spogliatoio. Mi ha chiesto di poter stare vicino ai compagni, per questo l’ho convocato, anche se è squalificato“.
Questione di motivazioni – “Per me devono esserci ragazzi motivati, non mi importa dell’età, in questo momento i ragazzi che non abbiamo convocato riteniamo non siano abbastanza sereni, per questo ho chiamato i vari Pezzella, Pirrello, Ferchichi e La Gumina, che in questo momento possono dare qualcosa in più“.
Il ruolo di Quaison – “Robin è un ragazzo che ha delle qualità fuori dal comune. Sta a noi individuare quale sia il ruolo che più gli si addice. È certamente un giocatore che ha qualità offensive, è generoso, ma ancora la sua identità non è ben chiara: bisogna provvedere affinché la trovi, ma non è semplice. Anche nella Svezia ha ricoperto più ruoli. Bisogna comunque riconoscere che il giocatore dà la sua piena disponibilità, e questa è una base di partenza importante“.
Atalanta rivelazione? – “Certamente si. Stanno bene, giocano bene e hanno un’identità chiara. Hanno centrocampisti di qualità, una difesa d’esperienza e quei due piccoletti là davanti (Moralez e Gomez) che fanno paura: hanno assemblato una bella squadra. C’è il rischio che si rilassino dopo la vittoria in casa della Roma? Non credo proprio. Sono abituati a stare sempre sul pezzo, la loro realtà li porta sempre a stare molto concentrati. Non credo possano sottovalutare l’impegno, non fa parte della loro mentalità“.
Ripartire insieme – “La nostra è una situazione che va risolta insieme, tra giocatori, staff tecnico e società. Alla base di tutto c’è il bene comune, il bene del Palermo. Alla gente interessa che quando giochi nel Palermo tu ci dia dentro fino alla morte, ce la metta tutta: le persone capiscono se invece hai un atteggiamento diverso. Si può sbagliare tutti, ma ripeto, l’impegno deve essere massimo“.
Responsabilità – “Contro Lazio e Juventus sono arrivate prestazioni generosissime e di buona qualità: a livello di squadra e di atteggiamento, nulla da dire. Poi se parliamo della partita di Coppa Italia, è evidente che le cose sono andate ben diversamente: quello che è successo contro l’Alessandria è sotto gli occhi di tutti. Certamente il primo responsabile della brutta prestazione è l’allenatore“.