Proponevano di acquistare, a prezzi maggiorati – sino a 50 euro l’uno – i biglietti “salta coda” normalmente offerti al pubblico, anche su internet – a 21,50 euro – dall’agenzia pontificia che cura il complesso museale.
Grazie a questo stratagemma i titolari di un’agenzia romana, prossima all’area vaticana, sono riusciti a vendere oltre 90.000 biglietti ad altrettanti pellegrini incassando oltre 5 milioni di euro.
Le indagini dei Finanzieri del I Gruppo Roma, avviate nel periodo estivo, hanno permesso di scoprire che gli incaricati delle vendite – gran parte dei quali stranieri – erano, in realtà, a tutti gli effetti lavoratori subordinati, nonostante alcuni di essi celassero tale condizione dietro una fantomatica partita Iva per attività di mediazione.
Su 80 lavoratori così riqualificati ben 22, infatti, sono risultati completamente “in nero”. Il legale rappresentante della società e i suoi soci sono stati segnalati all’Autorità Giudiziaria per l’infedele presentazione delle dichiarazioni fiscali.