Due ragazze, una minorenne ed una appena maggiorenne, sono state arrestate a Messina perché accusate di essere coinvolte nella morte di Ilaria Boemi, la sedicenne trovata morta sulla spiaggia del Ringo a Messina nell’agosto scorso e stroncata da una dose di droga. Le accuse sono di cessione di droga e di aver provocato la morte della sedicenne in seguito ad altro delitto.
Inoltre, rendono noto le forze dell’ordine, è stata arrestata un’altra ragazza per spaccio: avrebbe venduto o ceduto droga a Ilaria altre volte. A fare luce sulle ultime ore di vita della ragazza sono stati i due giovani che erano con lei, nel momento in cui ha perso i sensi ed è poi morta.
Secondo la loro testimonianza furono le due ragazze a vendere la dose di “Mdma”, la droga sintetica che ha provocato la morte per arresto cardio-circolatorio. Le indagini hanno delineato personaggi e responsabilità di chi ha trascorso con Ilaria le ultime sue ore di vita, secondo le ricostruzioni confluite nelle misure cautelari emesse dai gip.
Nel corso delle indagini la polizia messinese ha scoperto un giro di cessione di droga tra minori. Le indagate nell’inchiesta sono Gaia Auteri, 18 anni e due minorenni. Una minorenne é accusata solo di cessione di droga le altre due giovani di aver provocato la morte per reato diverso cioè la cessione di Mdma.
La diciottenne é la pusher che avrebbe venduto la sostanza stupefacente a Ilaria. L’altra indagata, aveva invece venduto a sua volta la droga alla pusher. Secondo la ricostruzione degli agenti Ilaria aveva passato la serata precedente la morte insieme a quest’ultima, che ha visto mentre la ragazza inviava il messaggio per acquistare la ‘Maddy’ (Mdma).
Il giorno dopo Ilaria ha acquistato la droga nel villaggio di S.Agata insieme ad una sedicenne e a un uomo di 39 anni l’hanno sbriciolata e sciolta in alcune birre. La giovane si è sentita male ed ha camminato con i due fino ad arrivare alla spiaggia del Ringo.
Qui il trentanovenne ha provato ad avere dei rapporti sessuali con entrambe le ragazze e si è poi scambiato delle effusioni con una giovane mentre Ilaria era in gravi condizioni e in preda alla convulsioni. I due poi si sono accorti dello stato della giovane ma non hanno chiamato il 118.
Un vigilantes sopraggiunto in seguito ha chiamato i soccorsi. Nel frattempo il 39enne ha gettato il telefono di Ilaria in mare per fare in modo che gli investigatori non risalissero alla sua identità. Per lui, che è indagato per omissione di soccorso e tentativo di violenza sessuale, la procura aveva chiesto l’arresto ma il gip ha respinto la richiesta.