Maxi sequestro di beni a Catania dove un patrimonio da 12 milioni di euro è stato confiscato a Massimo Leonardi e a sua moglie, arrestati nell’ambito dell’operazione ‘Revenge 4‘ con l’esecuzione, da parte della Squadra mobile della Questura, di un’ordinanza cautelare per 20 indagati per traffico di droga aggravato dal favorire il clan dei ‘Carateddi‘.
L’inchiesta è coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia di Catania. Il provvedimento è stato preso, in applicazione delle norme antimafia, dalla Polizia di Stato di Catania su disposizione di un ordinanza della sezione di prevenzione del locale Tribunale.
Per l’acquisto degli immobili oggi confiscati sarebbe stato utilizzato denaro contante ritenuto derivante dai proventi dell’attività di traffico e spaccio di sostanze stupefacenti. È quanto è emerso dall’indagine che ha portato oggi alla confisca di beni per un valore complessivo stimato in 12 milioni di euro da parte della Polizia di Stato di Catania su disposizione di un provvedimento della sezione di prevenzione del locale Tribunale a Massimo Leonardi e a sua moglie, arrestati nell’ambito dell’operazione ‘Revenge 4’ con l’esecuzione, da parte della Squadra mobile della Questura, di un’ordinanza cautelare per 20 indagati per traffico di droga aggravato dal favorire il clan dei ‘Carateddi’.
Massimo Leonardi era stato già denunciato perché il 3 agosto del 2010 era stato trovato in possesso di 400 mila euro ritenuti riconducibili al cognato Alessandro Bonaccorsi, indicato come elemento di spicco dei Carateddi. Nella stessa occasione la moglie di quest’ultimo, Bruna Strano, era stata trovata in possesso di 393.285 euro e di numerosi oggetti preziosi. L’attività d’indagine patrimoniale svolta ha consentito di accertare la sproporzione tra il valore dei beni intestati o riconducibili a Leonardi e alla moglie ed i redditi leciti dei quali godevano all’epoca dei relativi acquisti.
Le indagini hanno consentito di accertare che Massimo Leonardi, pur non ricoprendo cariche all’interno della società Metal Ferrosi Srl, della quale gli attuali soci sono il padre Felice e lo zio Salvatore Leonardi, immetteva liquidità per riciclare il denaro di provenienza illecita, consentendo pertanto una rilevante crescita aziendale a partire dalla fine degli anni ’90 e successivi. Tra i beni confiscati anche la società Giada immobiliare Srl, di cui la totalità delle quote è posseduta dalla società Metal Ferrosi Srl dalla madre e dalla zia di Massimo Leonardi, Rosa Maria Scursuni Cantarella e Delia Stella.
È stato dimostrato che i capitali per la costituzione di questa società erano formalmente riconducibili direttamente o indirettamente, attraverso altre persone comunque familiari sempre ai coniugi Leonardi. Entrambi i coniugi sono stati sottoposti alla misura di prevenzione della sorveglianza speciale. Il marito per due anni e sei mesi, la moglie per un anno uno e sei mesi