Il presidente della Bce Mario Draghi estende il quantitative easing fino al marzo del 2017. Inclusi negli acquisti anche titoli emessi da amministrazioni regionali e locali dell’area dell’euro. Tagliato anche il tasso sui depositi per indurre le banche a mettere soldi in circolo.
A convincere Draghi ad intervenire anche il dato negativo sull’inflazione dell’Eurozona a novembre – lo 0,1% contro le aspettative dello 0,2% e un dato depurato dalla componente energetica che è calato a 0,9%.
Durante la consueta conferenza stampa post board, la Bce ha infatti comunicato l’estensione del quantitative easing ( il programma di acquisti dei titoli privati e pubblici) fino al marzo del 2017. Anche in questo caso, lo scopo è quello di riportare l’inflazione in linea con l’obiettivo del 2 per cento.
Le stime sull’inflazione intanto sono state riviste al ribasso: 1% per il 2016 (dal precedente 1,1% stimato in settembre) e 1,6% per il 2017 (da 1,7%).