Anche se per molte regioni d’Italia non si può parlare ancora di un vero e proprio “inverno”, il clima mite che ancora permane in buona parte d’Italia sta tenendo a bada il virus dell’influenza, che dovrebbe ripartire a gennaio. Il rischio però è che se si sottovaluta il problema, si potrebbe decidere di non vaccinarsi.
L’allarme viene dall’Istituto superiore di Sanità (Iss), che annunncia: se la fuga dai vaccini proseguirà di questo passo, mezza Italia sarà a letto tra gennaio e febbraio, quando l’influenza raggiungerà il suo picco. Già prima di quest’anno, del resto, i numeri parlano di un calo del 30% delle immunizzazioni.
Gli italiani che preferivano una punturina a febbre e dolori erano il 19,6% solo 5 anni fa. Quest’anno saranno appena il 13,6%. E la cosa più grave è che si vaccinano sempre meno quelli che ne avrebbero più bisogno, come gli anziani, che dal 68,3% di immunizzati nel 2006 sono crollati al 48,6% lo scorso anno.
I dati dell’Iss riferiscono che sono circa 10 mila gli italiani a letto con febbre, raffreddore, dolori addominali o alla gola. Ma nella stragrande maggioranza dei casi si tratta di virus parainfluenzali, mentre quelli “doc” hanno steso al massimo un migliaio di persone.
La fuga dai vaccini dicono all’Iss, è iniziata lo scorso anno con l’allarme lanciato lo scorso anno dall’Aifa, l’Agenzia italiana del farmaco, che sequestrò alcuni lotti ritenuti contaminati.
Sul piano economico poi i 4,3 milioni di italiani allettati dall’ “australiana” lo scorso anno hanno perso circa 10 milioni di giornate di lavoro, facendo gettare al vento qualche miliardo, stimano sempre all’Istituto.