Le dichiarazioni di qualche giorno fa del premier Matteo Renzi sono state di forte effetto, soprattutto a causa della paura per l’ombra nera del fondamentalismo islamico. Ad ogni euro di cultura, corrisponda un euro di sicurezza. E di “euri” per la sicurezza è stato annunciato che ne avrebbe messo ben 1 miliardo.
Facciamo due conti. Nel bilancio 2016 la dotazione di Polizia e Sicurezza aumenterà complessivamente di 400 milioni di euro, passando da 18,5 a 18,9 miliardi mentre per quanto riguarda la difesa c’è stata una diminuzione di 300 milioni, perché si passa da 13,7 a 13,4 miliardi di euro. Quindi tra difesa e sicurezza non c’è nessun miliardo in più, ma 100 milioni di euro in più. A volere essere ancora più pignoli, però, questo miliardo non è un investimento, in senso stretto, ma un risparmio fatto con lo slittamento del taglio dell’Ires. Che in Italia è al 27,5 e che sarebbe dovuto diminuire già dal 2016.
Vediamo nello specifico come verrà investito questo miliardo.
Bonus di 80 euro/malus di 130 euro per tagli agli straordinari: le forze dell’ordine hanno i contratti bloccati da 6 anni. Inoltre, fino a tutto il 2014, hanno subito anche il blocco del tetto salariale. E quindi chi avanzava di grado, e vedeva aumentate le proprie responsabilità, non aveva al contempo un aumento di stipendio. Il blocco è stato poi dichiarato illegittimo dalla Corte Costituzionale anche se i soldi degli anni passati non sono stati restituiti, perché la sentenza non aveva effetto retroattivo.
Piuttosto che l’annuncio di un bonus, ci saremmo aspettati che il premier proponesse un nuovo contratto per le forze dell’ordine che andasse oltre i 10 euro mensili che verranno riconosciuti con gli spiccioli stanziati nella legge di stabilità. Nuovi contratti con gli adeguamenti giusti, anche nell’ottica degli standard europei. Dubitiamo fortemente che questo bonus sia un adeguamento strutturale e pensionabile, cioè che manterremo per sempre, quanto piuttosto eccezionale, come eccezionali sono le condizioni che lo hanno fatto scaturire. E quindi un bonus che potrebbe sparire alla mezzanotte del 31 dicembre del 2016, proprio come Cenerentola. Ecco perché il sindacato di polizia Consap invita alla cautela anche chi avesse l’ardire di gioire per questi spiccioli.
Nel frattempo, con la stessa mano con cui concede, il Governo toglie 12 milioni di euro dal monte ore straordinari dei Poliziotti: all’incirca 130 euro all’anno in meno per ogni poliziotto! E circa 25 milioni di euro vengono tolti ai Carabinieri. Alla fine, ben vengano questi 960 euro annui di bonus (ma tolti quelli dello straordinario diventano una media di 830 per i Poliziotti e per i Carabinieri forse ancor meno), perché in una situazione stipendiale come quella degli operatori di polizia qualsiasi somma va bene. Ma lasciateci dire che questi 80 euro a fronte delle migliaia di euro che abbiamo perso in questi sei anni, e dei tre o quattrocento euro in più al mese che avremmo dovuto avere se i contratti ci fossero stati rinnovati in maniera congrua, ci sembrano comunque un regalino, una paghetta!
50 milioni per le dotazioni delle forze dell’ordine. In realtà si tratta di 44 milioni di euro, dato che dal bilancio di previsione del 2016 il governo aveva già decurtato, proprio per questa voce, 6 milioni di euro. Il problema è che si parte da una base penosa: parchi auto funzionanti al 50%; giubbotti antiproiettile scaduti, ponti radio che non funzionano, situazioni logistiche da film horror, divise che mancano, scarpe che mancano. Questa somma è davvero una inezia, rispetto alle esigenze forti, fortissime, che hanno oggi le forze dell’ordine. Ma ancor più è esigua la somma, se consideriamo che, così ha dichiarato il Premier, verrà stanziata a fronte del processo di riorganizzazione in corso delle polizie. E il governo chiama riorganizzazione la soppressione della Forestale. Sappiate che la sola militarizzazione del Corpo Forestale dello Stato, che sarà assorbito dai Carabinieri, comporterà dei costi aggiuntivi per complessivi 25 milioni di euro!
Quindi cosa resterebbe di questi, già di per sé pochi, 50 milioni iniziali per destinazioni concrete? Rischiano di restare 19 milioni residui, tolti i 6 decurtati da prima e i 25 della Forestale. Cioè la media di 54 euro ad operatore. Ecco dunque le dotazioni per la lotta al terrorismo: le scarpe nuove. Finalmente! 150 milioni di euro per la lotta Cyber Crime. Anche questo denaro è benvenuto, non c’è dubbio. Ma vorremmo capire perché nel frattempo decine di sezioni della polizia postale stanno chiudendo, nel nome della spending review. Presidi territoriali di polizia postale che, fino ad oggi, hanno proceduto alla denuncia di migliaia di persone, rispondendo a migliaia di richieste di aiuto che riguardano soprattutto truffe online, clonazione carte di credito e cyberbulismo. Combattiamo il Cyber Crime, chiudendo gli uffici della Postale?
500 milioni riguardano la Difesa e i militari ma, come detto, il Governo ne aveva già tagliato 300 nel bilancio a tale voce. Quindi, di fatto, al netto di quanto tolto, si tratta di uno stanziamento reale di 200 milioni di euro che attendiamo di sapere come verrà impiegato. Ben venga ogni euro in più investito in sicurezza. Ma basta con i provvedimenti straordinari, vogliamo interventi strutturali con strategie per il futuro. Non si può sempre agire per reazione a qualche cosa, in questo caso la paura del terrorismo. La sicurezza in Italia ha bisogno di una immediata e seria riforma, grazie alla quale potremmo ottenere una maggiore efficienza operativa e risparmiare fino a 5 miliardi di euro, ottimizzando risorse che ci sono e vanno solo amministrate con maggiore accortezza. Bisogna ridisegnare completamente il comparto sicurezza per renderlo moderno, efficiente e senza sprechi. E senza bisogno di ricorrere ai bonus!
* L’autore è dirigente nazionale del sindacato di polizia Consap