L’abbattimento del jet russo da parte dell’aviazione militare turca ha scavato un solco profondissimo tra Russia e Turchia. I rapporti tra il presidente turco Recep Tayyip Erdogan e quello russo Vladimir Putin sono ai minimi storici. Lo testimoniano i continui attacchi a distanza, a volte celati da tentativi di aperture nemmeno troppo convinte.
Erdogan avrebbe detto di voler incontrare Putin a Parigi, una dichiarazione d’intenti che cozza palesemente con l’invito rivolto a Mosca di “non scherzare col fuoco”. Il Cremlino, dal canto suo, ha detto di non essere disposto a ricucire con la Turchia se prima non verranno presentate scuse ufficiali per l’abbattimento del Su-24.
“Sarebbe appropriato prendere misure che evitino esperienze di nuove situazioni indesiderate tra le forze armate dei due Paesi mantenendo i canali di comunicazione militari e diplomatici con la Russia”, si legge in un comunicato pubblicato al termine della riunione del Consiglio militare supremo turco (Yas) presieduta dal premier Ahmet Davutoglu.
A corredo di queste intense ore di duri scarichi di responsabilità, arrivano le dichiarazioni di Viktor Bondarev, capo di Stato Maggiore dell’aeronautica russa: “Il bombardiere Su-24 abbattuto da F-16 turchi martedì mattina per una presunta violazione dello spazio aereo di Ankara era a non meno di 5,5 chilometri dal confine turco quando è stato colpito”.