L’Amcli, l’associazione dei microbiologi italiani, ha annunciato che in Italia il numero di sieropositivi sono 14o mila, un quarto dei quali ignora di aver contratto il virus (come confermato anche dal Coa, il centro specializzato dell’istituto superiore di sanità).
L’annuncio, dato in vista della giornata mondiale per la lotta all’Aids dell’1 dicembre, suona come un campanello d’allarme, visto che questa cifra pone l’Italia in cima alla classifica delle nazioni europee con più casi. L’associazione riporta anche un netto cambiamento nelle forme di contagio: in passato la trasmissione del virus era legata soprattutto alla tossicodipendenza, mentre oggi l’84% delle diagnosi è dovuto a rapporti sessuali non protetti.
Pierangelo Clerici, Presidente Amcli, esprime tutta la propria preoccupazione: “In questo scenario è sempre più cruciale la realizzazione di progetti di informazione, di prevenzione, di diagnosi precoce e completa. La diffusione e la disponibilità dei test per la diagnosi di infezione rappresentano una priorità unica e i laboratori di Microbiologia Clinica hanno a disposizione test che permettono non solo la diagnosi di infezione, ma anche il follow up accurato delle terapie e la identificazione di ceppi virali resistenti”.