È durata circa un’ora e dieci la prima udienza del processo ‘Vatileaks 2’ che si è tenuta questa mattina nel tribunale della Città-Stato del Vaticano. Tutti e cinque gli imputati, monsignor Lucio Vallejo Balda, Francesca Immacolata Chaouqui, Nicola Maio, Gianluigi Nuzzi ed Emiliano Fittipaldi erano in aula.
“Mai avrei immaginato” che dopo la pubblicazione di ‘Avarizia’ “sarei finito sotto inchiesta, mandato alla sbarra e processato davanti ai giudici pontifici. Processato perché accusato di un reato che prevede una pena che va dai 4 agli 8 anni di carcere”. Lo dice il giornalista Emiliano Fittipaldi, rinviato a giudizio nell’inchiesta per sottrazione di documenti in vaticano, in una lettera al quotidiano La Repubblica.
Fittipaldi sperava che “il libro, invece di essere messo all’indice come ai tempi del Sant’uffizio, provocasse anche una reazione costruttiva da parte del mondo ecclesiastico”.
“Questo che inizia – conclude – non è un processo contro di me. È un processo alla libertà stampa”.
Al termine della prima udienza, il tribunale vaticano ha respinto l’eccezione di nullità del capo d’imputazione e del decreto di citazione a giudizio, presentata dall’avv. Lucia Musso, difensore di Emiliano Fittipaldi, per la mancata enunciazione dei fatti contestati e quindi per l’impossibilità a difendersi.
“Il Vaticano respinge la mia richiesta di farmi assistere dal mio difensore di sempre, l’avvocato Caterina Malavenda”: scrive in un tweet il giornalista Gianluigi Nuzzi.