Via libera del Consiglio dei Ministri al decreto legge per il salvataggio di CariFerrara, Banca Marche, Popolare dell’Etruria e CariChieti. Il provvedimento – spiega la nota del Cdm – consente di dare continuità all’attività creditizia – e ai rapporti di lavoro – tutelando pienamente i correntisti.
Il decreto legge approvato dal consiglio dei ministri per il salvataggio delle quattro banche commissariate “non prevede alcuna forma di finanziamento o supporto pubblico alle banche in risoluzione o al Fondo nazionale di risoluzione”, precisa poi la nota dell’Esecutivo.
Secondo quanto riporta l’agenzia Reuters il governo in accordo con la Banca d’Italia ha creato quattro nuove banche nate dalle ceneri di Cassa di Risparmio di Ferrara, banca delle Marche, Banca Etruria e Cassa di Risparmio di Chieti, che sono state così fatte rinascere risanate con una operazione da 3,6 miliardi, usando le nuove norme europee sui salvataggi e il Fondo di risoluzione nazionale.
Per creare le nuove quattro banche, spiega Banca d’Italia descrivendo l’operazione, le perdite sono state coperte azzerando prima di tutto le azioni e le obbligazioni subordinate. Queste banche sono state depurate infatti delle loro sofferenze, dopo una ulteriore svalutazione che ha abbassato il valore da 8,5 miliardi a 1,5 miliardi, secondo criteri di liquidazione indicati direttamente dalla Commissione Ue, che ha approvato l’intera operazione come compatibile con gli aiuti di Stato.
Inoltre, “i provvedimenti di avvio alla risoluzione non prevedono il ricorso al bail in“. In particolare, nella cornice del nuovo quadro normativo in materia di gestione delle crisi bancarie definito dai decreti legislativi che recepiscono il bail in, “la Banca d’Italia ha deliberato in data 21 novembre 2015 i provvedimenti di avvio della risoluzione, approvati dal Ministro dell’economia in data odierna a seguito della positiva decisione della Commissione europea sui programmi di risoluzione previsti nei provvedimenti stessi”.
Il decreto legge approvato oggi, prosegue la nota del Consiglio dei Ministri, ha un ambito estremamente circoscritto. Esso è volto unicamente a “costituire tempestivamente le nuove banche (banche-ponte) contemplate dai provvedimenti di avvio della risoluzione delle banche in questione”; in secondo luogo a “definire un quadro normativo certo sulle modalità con cui saranno raccolti i contributi da parte del settore bancario al Fondo di risoluzione nazionale successivamente all’integrale avvio del Meccanismo di risoluzione unico” e quindi a “definire le modalità di applicazione della disciplina della conversione in credito d’imposta delle attività per imposte anticipate nel caso di procedure di risoluzione”.