La Fda (Food and Drug Administration), l’agenzia statunitense per la regolamentazione dei prodotti alimentari e dei farmaci, ha approvato il consumo del salmone geneticamente modificato. Stiamo parlando del “Frankenfish“, primo prodotto Ogm di origine animale in America, messo dalla società AquaBountyTechnologies di Boston (Massachusetts). Nel dettaglio il “pesce Frankestein” contiene i geni di altri due pesci – il salmone reale e un pesce molto simile all’anguilla – che lo fanno crescere più rapidamente.
Ovviamente non mancano le critiche: il salmone transgenico potrebbe essere la causa di allergie ed inoltre, qualora dovesse riuscire a fuggire dalle vasche adibite all’allevamento, potrebbe determinare la possibile decimazione della popolazione degli altri esemplari naturali. Intanto molte associazioni di consumatori protestano annunciando di voler procedere contro la decisione della Fda. Secca la replica dell’agenzia di governo americana: i pesci geneticamente ingegnerizzati saranno principalmente di sesso femminile e sterili (solo una piccola parte della popolazione geneticamente modificata sarà mantenuta fertile).
Le reazioni contrarie arrivano anche dall’Italia con Coldiretti che auspica in “un adeguamento delle normative comunitarie per impedire l’importazione di questa preoccupante novità”.