L’allarme terrorismo e la “volante” in panne

di Igor Gelarda

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L’allarme terrorismo e la “volante” in panne

| lunedì 16 Novembre 2015 - 12:51

Non c’è dubbio che quello che è successo davanti a Palazzo Chigi può capitare ed è capitato a chiunque di noi. Anche nelle migliori e più ricche famiglie. Restare in panne per una batteria che si scarica, improvvisamente o meno. E allora stiamo lì a cercare qualcuno con i cavetti che ci aiuti a rianimare la batteria per fare risuscitare la nostra auto. E se solo guardando la foto dicessimo che la Polizia non ha i mezzi per combattere il terrorismo, o la criminalità saremmo sciocchi e banali.

Il caso ha voluto che questa auto fosse tra quelle di servizio a Palazzo Chigi, un obiettivo sensibile e particolarmente delicato; il caso ha voluto che ciò sia avvenuto all’indomani della strage dei fondamentalisti islamici in Francia, quindi con un livello di allerta e di preoccupazione anche psicologico molto alto e durante una diretta televisiva di LA 7. Il caso ha voluto, insomma, che questo episodio diventasse famoso. Noi preferiamo dire emblematico.

In realtà questo specifico fatto, per il quale nessuno credo possa essere chiamato in causa come responsabile, rientra perfettamente nella casistica quotidiana della Polizia di Stato italiana. Vi potremmo portare l’esempio di decine, se non centinaia di casi di autovetture della Polizia che continuano a marciare pur avendo centinaia di migliaia di chilometri sulle spalle, oppure in condizioni pessime, rovinate all’interno, indecorose per chi è costretto ad usarle. Auto che si fermano quotidianamente perché non ce la fanno più.

Immaginatevi, solo per fare un esempio, che l’autoparco delle volanti della Questura di Palermo ha circa il 60% della auto fuori uso, mentre alle scorte siamo attorno al 50%. E così è un po’ in tutta Italia. Allora in questa situazione di mezzi mal combinati, sempre più vecchi, con un ricambio  assolutamente insufficiente, c’è solo da accettare una alta possibilità statistica che una cosa del genere possa accadere. Quindi non scandalizziamoci che a Palazzo Chigi sia avvenuto ciò, ma non scandalizzatevi neanche se diciamo che la situazione tecnico logistica, ma anche quella del personale e di tutto il resto, della polizia di Stato è in pessime condizioni. E inevitabilmente, nelle nostre fragili psicologie, all’indomani delle tremende immagini dell’assalto a Parigi, questo pensiero ci turba più del solito.

Non è neanche giusto per la dignità dei poliziotti, molti dei quali rischiano ogni giorno la vita per il bene comune (2.600 caduti totali in Polizia, solo oggi ricorre la memoria della morte di ben 8 poliziotti), vedersi umiliati da situazioni come queste, davanti a tanta gente sbigottita, o davanti alle telecamere. Non ce lo meritiamo. Ma facciamo di tutto per fare bene comunque il nostro lavoro.

Siccome abbiamo una incondizionata fiducia nello Stato italiano e soprattutto in San Michele Arcangelo, protettore della Polizia di Stato, vi diciamo che siamo pronti, come sempre, a fare il nostro dovere per difendere i cittadini italiani, da chiunque cercherà di farci del male. E lo faremo sempre e comunque. Certo con i mezzi a nostra disposizione.

* L’autore dell’articolo, Igor Gelarda, è un dirigente nazionale del sindacato di polizia Consap

(foto tratta da Twitter)

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