Fermata una tratta di donne portate in Italia dalla Nigeria e costrette a prostituirsi nell’ambito dell’operazione “Baba-Loa”. La polizia di Stato di Ragusa ha fermato quattro persone, tre donne e un uomo, che farebbero parte di tre gruppi che gestivano una tratta di giovani donne nigeriane fatte arrivare clandestinamente in Italia e poi avviate alla prostituzione.
Il provvedimento, emesso dal procuratore di Catania, Michelangelo Patanè e dal sostituto della Dda Assunta Musella, è stato eseguito in Piemonte, Toscana, Emilia Romagna e Campania.
Secondo quanto emerso dalle indagini della squadra mobile di Ragusa, tra la Libia e la Nigeria ci sarebbero tre gruppi che favorirebbero l’avvio alla prostituzione di giovani donne ingannandole con false promesse di lavoro in Italia e poi invece rivolgendo minacce a loro e ai familiari, anche facendo ricorso, a pressioni psicologiche eseguite con riti voodoo.
L’operazione ha permesso di disarticolare un’associazione a delinquere transnazionale che operava in Nigeria, Libia, Italia ed altri paesi europei, al fine di comprare delle giovani donne nigeriane, spesso minorenni, per costringerle a prostituirsi per pagare un debito inesistente sotto la minaccia di esercitare su di esse i malefici dei riti voodoo alle quali erano state sottoposte prima della partenza.
Le donne giunte a Pozzallo, una volta sbarcate sono state ascoltate dalla squadra mobile di Ragusa che ha dato inizio ad una complessa attività d’indagine. Durante l’operazione, che si è svolta in diverse regioni d’Italia, sono state liberate alcune ragazze vittime della tratta.
“Si tratta di uno dei pochi casi di tratta di esseri umani – si legge in una nota della polizia – contestati agli indagati, in quanto il reato è difficilissimo da provare per la mancanza di gravi indizi da raccogliere nei paesi stranieri, cosa che in questo caso è stata realizzata, tanto che i diversi gip competenti per territorio hanno convalidato i fermi disposti dalla Procura della repubblica distrettuale antimafia di Catania”