La Società Italiana di Neonatologia (Sin), in occasione della Giornata mondiale del Neonato Pretermine (che si celebra domani), ha reso noti i dati sui bambini nati prematuri in Italia.
Sono 40mila ogni anno i neonati pretermine, con un tasso di mortalità nei prematuri inferiori a 1500 grammi passata da oltre il 70% negli anni ’60 a meno del 15% negli anni 2000, con una diminuzione sensibile anche fra i neonati sotto il kilogrammo. I costi, invece, sono ancora molto alti e oscillano tra 100 e i 300 mila euro per neonato.
Per questi motivi, la Sin intende sensibilizzare medici e genitori sull’importanza delle prime fasi di vita ed il follow up: ”Ottimizzare l’assistenza nelle prime fasi della vita risulta fondamentale, ma c’è ancora molto da fare”, spiega la Sin che poi spiega la cosidetta Golden Hour: ”Si riferisce alle cure della prima ora di vita, che possono influenzare ampiamente gli esiti a distanza in questi neonati, come la rianimazione cardiorespiratoria, termoregolazione, antibioticoterapia precoce, nutrizione parenterale”.
Fondamentale è anche il Follow-up dei neonati pretermine, dopo la dimissione dall’ospedale: la prosecuzione delle cure rappresenta, infatti, il principale obiettivo dei programmi della Sin, che avverte ”la necessità di un riconoscimento ufficiale da parte del Sistema Sanitario Nazionale, dal momento che in quasi nessun centro neonatologico esiste una figura ufficialmente assegnata a questo compito, svolto da diversi professionisti”.