Il Questore di Palermo Guido Longo, commentando l’operazione Stirpe che ha portato all’arresto di sei persone tra cui il boss Salvatore Profeta, ha detto che “nelle indagini ho rivisto scene di 20 anni fa, quando mi occupavo di mafia come il bacio in bocca tra i boss o l’omaggio reso alla famiglia del capo mafia nel corso di una processione”, con la “riverenza” fatta dal corteo religioso dopo aver deviato il percorso.
“L’operazione di oggi – ha aggiunto Longo – mette in luce una certa fibrillazione nel quartiere della Guadagna. Ci sono giovani mafiosi agguerriti e cruenti disposti a tutto pur di emergere nelle gerarchie.
Una indagine complessa in una zona del capoluogo che non sembra Palermo: “Il quartiere Guadagna rappresenta un fortino. E’ stato difficile eseguire pedinamenti e intercettazioni, e anche stanotte centinaia di persone si sono riversate in strada, mentre arrestavamo il boss Salvatore Profeta; gente commossa che voleva farsi vedere da lui, attestare la presenza e la loro vicinanza al boss”, ha affermato Rodolfo Ruperti, capo della Squadra Mobile di Palermo. “Profeta fin dalla sua scarcerazione – ha aggiunto Ruperti – ha ripreso in mano le redini della famiglia che ricorda, dal punto di vista organizzativo, i clan della ‘Ndrangheta, visto il coinvolgimento dei familiari più stretti ai vertici della cosca. Non a caso oggi abbiamo arrestato il figlio e il nipote di Profeta”.