È morto all’età di 78 anni il filosofo francese Andrè Glucksmann. Il decesso è avvenuto nella notte a Parigi. Militante per i diritti umani, Glucksmann fece da ponte tra due generazioni di intellettuali, quella di Sartre, Aron e Foucault e quella dei “nouveaux philosophes”, il gruppo di intellettuali che ruppe in modo netto con il marxismo negli anni Settanta.
Nato il 19 giugno 1937 a Boulogne-Billancourt in una famiglia di origini ebraiche, Andrè Glucksmann è stato sempre protagonista in prima linea nei momenti più drammatici degli ultimi cinquanta anni con le sue grandi battaglie per i diritti umani. Memorabile fu l’appello che il filosofo lanciò negli anni ’70 al presidente francese Valèry Giscard d’Estaing per un intervento in favore dei profughi vietnamiti ribattezzati i “boat people” che fuggivano dalla dittatura comunista in Vietnam.
Il libro “La cuoca e il mangia-uomini: sui rapporti tra Stato, marxismo e campi di concentramento” segnò il punto di rottura con il marxismo. Il saggio, pubblicato nel 1975, caratterizzò un’epoca e fu venduto in decine di migliaia di copie. Andrè Glucksmann, con i “nouveaux philosophes”, fu protagonista dell’epoca delle grandi denunce contro il comunismo, arrivando a fare più volte irruzione durante programmi tv in diretta.
Fu difensore di un interventismo quasi come dovere, in nome dei diritti dell’uomo, ora in Libia, ora in Siria. Il suo avversario principale, negli ultimi anni in cui prese le difese soprattutto degli indipendentisti ceceni, è stato il presidente russo Vladimir Putin.