Il disegno di legge “Misure a sostegno della condivisione della responsabilità genitoriale” è stato presentato come emendamento alla legge di Stabilità che dovrebbe essere discussa in Aula entro il 20 novembre. Prevede al suo interno un congedo obbligatorio di 15 giorni che i padri dovranno utilizzare entro il primo mese di vita del loro figlio.
Tre anni di “esperimento”
La sperimentazione durerebbe tre anni, dal 2016 al 2019, e l’indennità giornaliera sarebbe pari al 100% della retribuzione, a carico dell’Inps. La proposta gode infatti dell’appoggio del ministro del Lavoro e delle Politiche sociali, Giuliano Poletti, e di Tito Boeri, presidente Inps.
Riduce il divario uomo-donna (o padre-madre)
In una nota Boeri ha sottolineato: “Il congedo di paternità proposto in questa legge ridurrebbe le differenze fra uomini e donne nei ‘costi dei figli’ che finiscono per gravare sulle imprese, condivido perciò gli obiettivi generali della norma e offro la piena disponibilità dell’istituto che ho l’onore di presiedere a valutarne gli oneri fiscali”.
Il disegno di legge inoltre sottolinea la necessità di incentivare padri e madri nella crescita, insieme, dei propri figli. “Il nostro ddl nasce dall’ascolto della società civile. È uno strumento di condivisione che va incontro al desiderio di genitorialità dei padri e serve a scalfire lo stereotipo secondo il quale se sei donna sarai più assente dal lavoro” ha detto la senatrice Annamaria Parente, capogruppo del Pd nella commissione lavoro, anche lei prima firmataria.
Cosa cambia
La legge Fornero aveva previsto un congedo di paternità di un solo giorno, retribuito al 100%, fruibile entro il quinto mese di vita del bambino e quindi durante il congedo di maternità della madre lavoratrice. A dicembre 2015 finisce la sperimentazione di questa formula.
Gli uomini che ne hanno beneficiato, secondo gli ultimi dati Istat, sono stati più di 33mila. La nuova misura prevista dal ddl è simile a quanto già fa la Slovenia, unico paese Ue ad avere una politica avanzata su questo tema. Qui però il congedo non è obbligatorio, ma è rimesso alla volontà del lavoratore.
Donne e lavoro
Oltre il 22% delle madri occupate all’inizio della gravidanza non lo è stato più a due anni dalla nascita del bambino. Questo tema delle genitorialità ritorna sul dibattito della differenza di trattamento tra uomo e donna nel mondo del lavoro.
Essere genitori è un percorso che deve essere condiviso e non può essere solo a carico delle mamme che il più delle volte rischiano anche di rimanere senza un lavoro.