Il terremoto ai vertici dell’atletica mondiale è iniziato. In una conferenza stampa della Wada (l’agenzia mondiale anti-doping) è stato presentato un dossier di 322 pagine (esito di un indagine durata 11 mesi) che denuncia le mancanze nella lotta al doping da parte della federazione russa.
La Wada ha chiesto, infatti, la estromissione immediata da ogni competizione internazionale: la Russia è accusata, infatti, di praticare un comprovato doping di stato, tra cui spicca la distruzione di 1.417 campioni di sangue di atleti nel laboratorio di Mosca e il sabotaggio dei controlli anti-doping in vista delle olimpiadi di Londra 2012.
La Iaaf (guidata da pochi mesi dall’ex olimpionico Lord Sebastian Coe) ha dichiarato che la richiesta di estromissione della Russia sarà presa in considerazione: un’eventuale ratifica significherebbe il bando per qualsiasi russo nell’atletica già dalle olimpiadi di Rio 2016.
Tra le altre raccomandazioni nel report c’è la richiesta di squalificare a vita cinque atleti, quattro tecnici e un dirigente. Si segnala anche la possibile intromissione delle intelligence russa nell’operato del laboratorio di Mosca durante le olimpiadi invernali di Sochi, che ha portato la Wada a commentare: “Sarebbe ingenuo pensare che tale azione sistematica possa essere avvenuta senza l’esplicita o tacita approvazione della autorità governative russe”.
Il presidente dell’atletica russa, Zelichenok si difende: “Le richieste di messa al bando della Russia non sono obiettive; non ritengo si tratti di doping sistematico”.
Il caso si aggiunge alle indagini condotte dalla procura francese (e coordinate dall’Interpol) sulla corruzione nella Iaaf (la federazione internazionale di atletica) durante la presidenza di Lamine Diack ed eventuali insabbiamenti dall’alto di altri casi di doping.