Per sapere se il proprio bambino è affetto da celiachia basterà effettuare un esame del sangue. Non occorrerà più, dunque, sottoporlo a endoscopia. Se si presentano livelli di anticorpi specifici 10 volte superiori alla norma, significa che soffrono della malattia. È quanto contenuto delle “Linee Guida per la diagnosi e follow up della celiachia“ del Ministero della Salute, pubblicate il 19 agosto sulla Gazzetta Ufficiale.
Il documento rende così uniformi su tutto il territorio nazionale i percorsi diagnostici, i tempi e le modalità dei controlli dopo la diagnosi di celiachia.
L’iter per diagnosticare la malattia sarà diverso tra adulto e bambino. La biopsia intestinale resta necessaria per la diagnosi della celiachia in età adulta. Nei bambini e negli adolescenti, invece, è possibile approfondire le analisi sugli anticorpi con il solo test del sangue. In questo modo, per i più giovani l’accertamento dovrebbe risultare meno traumatico e invasivo.
Questo metodo diagnostico dovrebbe consentire l’individuazione di un maggior numero di casi. In Italia, infatti, i pazienti che hanno ricevuto la diagnosi di celiachia sono 180 mila, a fronte dei 400 mila ‘sommersi’, di cui 50 mila sono minori. Questi dati sono emersi durante il 4° Convegno Nazionale dell’Associazione Italiana Celiachia (Aic), che si è svolto il 6 novembre a Roma.