È terminata in Umbria la latitanza del boss camorrista Pasquale Sibillo (24 anni). La polizia lo ha tratto in arresto a Terni, le indagini sono state coordinate dal pubblico ministero Henry John Woodcock.
È stato bloccato mentre era in auto insieme a un familiare. Il giovane è apparso molto sorpreso agli agenti ai quali non ha comunque opposto resistenza. Secondo gli investigatori il giovane latitante aveva appoggi nella città umbra.
Era infatti ospitato in un’abitazione del centro ternano. La polizia è risalita a Sibillo anche grazie a diversi pedinamenti. Sibillo era ricercato dal giugno scorso.
Era considerato il capo del clan di Forcella dopo la morte del fratello Emanuele, ucciso al termine di una sparatoria contro il clan dei Bonerba per il controllo dello spaccio.
Le aree napoletane di Forcella e Maddalena ” interessate dalla progressiva disarticolazione del clan Mazzarella, un tempo egemone nelle zone centrali del capoluogo partenopeo, avrebbero di recente sofferto un conseguente vuoto di potere“.
Da ciò sarebbe derivato il sorgere di forti contrasti tra il cartello camorristico costituito dalle famiglie Giuliano, Sibillo, Brunetti, Amirante e le famiglie avverse Baldassare e Del Prete, tradizionalmente legate ai Mazzarella.
“Ancora un successo per la Squadra Stato”, ha esultato il ministro dell’Interno Angelino Alfano sulla cattura del giovane boss. “Un risultato straordinario raggiunto grazie alla grande capacità della polizia e al delicato lavoro dei magistrati”.
“Si tratta di una cattura eccellente che rende merito all’impegno e alla professionalità messi in campo a partire dal Comitato nazionale per l’ordine e la sicurezza pubblica che si era tenuto a Roma il 29 settembre scorso”.
Un messaggio importante dalle istituzioni: “Questo risultato rafforza la fiducia dei cittadini nelle istituzioni e dimostra che lo Stato è presente ed è forte. Questa operazione contribuisce alla riaffermazione della legalità nel territorio napoletano”.