Bastano pochi minuti e una puntura d’insetto piuttosto che un cibo “vietato” o un farmaco possono mettere a rischio la vita. “Nei bambini – dichiara Roberto Bernardini, Presidente della Società Italiana di Allergologia e Immunologia pediatrica (Siaip) – la causa di shock anafilattico è riconducibile per oltre la metà dei casi ad allergia alimentare”.
Occorre quindi essere molto attenti ai campanelli d’allarme di una grave reazione e occorre iniettare il prima possibile adrenalina per via intramuscolare, poiché lo shock evolve rapidamente e “il più delle volte dei casi non si arriva neanche in tempo al pronto soccorso”. “Le morti da shock anafilattico riportano all’attenzione il problema alquanto diffuso delle allergie che – sottolinea Bernardini – non va affatto sottovalutato e sottostimato, se ancora oggi per allergia si continua a morire”.
“Occorrerebbe – evidenzia Bernardini – sviluppare una maggiore cultura e consapevolezza nella popolazione sul problema delle allergie anche attraverso campagne di comunicazione dedicate con le Istituzioni”. “Per questo – conclude Bernardini – consiglio sempre alle mamme di rivolgersi in caso di sospetta allergia del loro bambino a centri e pediatri specialisti nel settore ed altamente qualificati che confermeranno o meno tale sospetto prescrivendo poi la corretta terapia farmacologica e la corretta dieta con un monitoraggio accurato del quadro allergico”.