Tra i tanti record negativi che l’Italia fa registrare nel campo della Sanità, c’è quello dell’attesa media per l’accesso al pronto soccorso. Parla apertamente di “emergenza” Gian Alfonso Cibinel, presidente nazionale della Società italiana di medicina di emergenza urgenza (Simeu). Il sovraffollamento sta ormai toccando punte allarmanti a causa della “mancanza strutturale di posti letto”, con un’attesa media in barella di oltre 24 ore quando ancora non si è entrati nel periodo di maggiore criticità.
“Da circa un mese nei pronto soccorso si è accentuato il problema cronico del sovraffollamento, conseguente alla impossibilità di ricoverare i pazienti in ospedale per mancanza di posti letto; la permanenza media in barella – dichiara Cibinel – è di oltre 24 ore in molti ospedali metropolitani, con punte di alcuni giorni”.
A rendere impietose queste statistiche è il confronto con gli standard di 4-6 ore stabiliti in altri paesi con sistemi sanitari ad accesso universale come Regno Unito, Australia, Nuova Zelanda, Canada. Per questo, afferma Cibinel “gli infermieri e i medici d’urgenza si vergognano che il sistema Paese scarichi sui pronto soccorso molti problemi sanitari e sociali che dovrebbero essere presi in carico altrove”.
“Si vergognano di dover trattenere in barella per ore o giorni molti pazienti, in particolare i più anziani e fragili, in pronto soccorso sovraffollati dove non è possibile garantire al meglio sicurezza, tempestività, equità e rispetto della dignità personale – continua Cibinel – Si vergognano degli spazi fisici carenti e della tecnologia di supporto spesso mal funzionante”.
Disagi non solo per gli utenti: “Si vergognano anche di un sistema che ha bloccato o ridotto il turnover in modo lineare e che ‘consuma’ fisicamente e psicologicamente le persone che restano in servizio”. Per questo motivo il Simeu ha predisposto una campagna di sensibilizzazione sul tema.