Si allarga a dismisura lo scandalo vaticano dello Ior. Per 40 anni, cioè fino al 2011, la banca vaticana ha operato in Italia senza essere autorizzata. Lo assicura la procura di Roma, prossima alla notifica degli avvisi di chiusura indagine all’ex direttore generale Paolo Cipriani ed al suo vice Massimo Tulli.
Abusiva attività di raccolta del risparmio, abusiva attività bancaria e abusiva attività finanziaria: queste nello specifico le violazioni contestate agli indagati dal pm Stefano Rocco Fava. Per i predecessori di Cipriani e Tulli i fatti sono prescritti.
Dagli accertamenti è emerso che l’Istituto per le opere di religione ha svolto attività di banca, fino a quando Bankitalia ha imposto agli istituti di credito di considerarlo alla stregua di una banca extracomunitaria (2011), senza alcuna autorizzazione da parte di palazzo Koch.
Lo Ior, secondo piazzale Clodio, avrebbe agito attraverso conti aperti in 11 istituti di credito. Dopo il diktat di Bankitalia, lo Ior trasferì gran parte delle proprie attività finanziere in Germania.