Sono arrivate oggi le prime condanne per quattro degli indagati nell’ambito dell’inchiesta “Mafia Capitale”.
I condannati sono Emanuela Salvatori (ex funzionaria del comune e responsabile dell’attuazione del Piano Nomadi di Castel Romano) accusata di corruzione; Emilio Gammuto, accusato di corruzione con l’aggravante di associazione a delinquere di stampo mafioso, condannato a 5 anni e 4 mesi; e infine Raffaele Bracci e Fabio Gaudenzi, considerati vicini a Massimo Carminati, condannati a 4 anni di reclusione ciascuno per usura.
Le motivazioni delle sentenze, giunte dopo il rito abbreviato, saranno rese note tra 60 giorni.
È arrivata quest’oggi anche la notizia degli arresti domiciliari concessi a Luca Odevaine, accusato di corruzione, uno degli imputati più famosi dell’inchiesta, fino ad ora rinchiuso nel carcere di Terni.
Il 5 novembre dovrebbe prendere il via il processo per gli altri 46 imputati, tra cui Massimo Carminati e Salvatore Buzzi, che per ragioni di sicurezza non saranno però nell’aula Occorsio, dove è fissata la prima udienza.
Un colpo di scena arriva, però, dall’avvocato di Salvatore Buzzi, che, prima dell’apertura del dibattimento, presenterà una nuova richiesta di patteggiamento a 3 anni e 9 mesi con esclusione dell’associazione di stampo mafioso.
La scelta dell’avvocato Diddi provoca alcuni grattacapi al collegio dei giudici, che in caso di rifiuto (altamente probabile visto l’impianto accusatorio dei pm) il procedimento dovrebbe essere trasferito ad altro collegio in virtù del loro pronunciamento. Ciò provocherebbe uno slittamento dell’inizio del processo e il possibile decadimento dei termini di scadenza della custodia cautelare per i vari imputati.