Continua a far discutere il caso dell’aereo russo schiantatosi nel Sinai, che ha portato alla morte delle 224 persone a bordo.
La Kogalymavia, la compagnia a cui apparteneva l’aereo A321, ritiene che la causa dell’incidente sia quasi certamente un fattore esterno. Un dirigente della compagnia ha affermato: “un A321 non può spaccarsi in aria per il malfunzionamento di un qualsiasi sistema tecnico”.
La compagnia russa ha così risposto alla ipotesi avanzata dal sito specializzato AirLive.net, che aveva parlato di possibile cedimento strutturale del velivolo (citando numerosi esperti), ritenendo improbabile l’attacco terroristico.
Dopo l’incidente subito nel 2001, l’ Airbus era stato riparato perfettamente e le riparazioni “non ne hanno variato le caratteristiche”. Lo ha detto un dirigente della Kogalymavia, la compagnia aerea. L’A321 aveva subito un danno nel 2001 colpendo la pista con la parte posteriore in fase di atterraggio all’aeroporto del Cairo.
Ad alimentare il caso è anche il cambio di posizione della Russia, che inizialmente aveva smentito un attacco terroristico operato dall’Isis. Queste le parole dell portavoce del Cremlino Dmitry Pesko: “Nessuna teoria può essere esclusa, ma dobbiamo aspettare e astenerci da speculazioni”.
Non sono state trovate tracce di esplosivo sui frammenti finora studiati dell’aereo russo precipitato nella penisola del Sinai. Lo fa sapere una fonte al Cairo citata dall’agenzia russa Ria Novosti precisando che comunque le ricerche continuano.
