Buone notizie per chi purtroppo è colpito da ictus. Fino a circa venti anni fa un paziente colpito da ictus restava in convalescenza per la riabilitazione molti mesi prima di tornare a casa. Adesso, invece, i ricoveri in ospedale durano spesso pochi giorni o settimane e appena il paziente è in grado di stare su una sedia a rotelle viene mandato a casa.
Di questo si è discusso durante la Giornata Mondiale dell’Ictus che si è celebrata ieri.
“Solo nel 20-25% dei casi i pazienti che hanno subito un ictus hanno davvero bisogno di una riabilitazione che gli faccia recuperare i danni”, afferma Leandro Provinciali, presidente della SIN e direttore della Clinica Neurologica e del Dipartimento di Scienze Neurologiche degli Ospedali Riuniti di Ancona.
“C’è senz’altro un problema di accesso alle strutture sia pubbliche che private – dice Provinciali – , ma il vero nodo del problema è di natura organizzativa. Perché la riabilitazione sia efficace serve un percorso integrato tra la fase acuta in cui il paziente è ricoverato in una Unità ictus e la fase di riabilitazione che va iniziata prima possibile”.