La polizia ha arrestato a Catania tre persone nell’ambito di un’operazione contro la pedopornografia sul web. E per la prima volta nell’ambito di un’inchiesta su divulgazione e distribuzione di materiale pedopornografico su internet è contestata anche l’associazione per delinquere. Reato per il quale sono anche indagate altre 14 persone.
Dall’operazione denominata ‘Cloud’ sarebbe emerso che lo scambio di materiale pedopornografico avveniva in un gruppo ‘chiuso’, strutturato online e non accessibile a chiunque.
Circa un milione di immagini e video di natura pedopornografica sono state sequestrate dalla Polizia di Stato durante una operazione antipedofilia, denominata Cloud”, coordinata dalla Procura Distrettuale di Catania, che ha portato all’arresto, rispettivamente a Napoli, Milano e Salerno, di tre persone trovate con un ingente quantitativo di materiale pedopornografico da parte della Polizia Postale e Telecomunicazioni di Catania.
Per la prima volta nell’ambito di un’inchiesta su divulgazione e distribuzione di materiale pedopornografico su internet è contestata anche l’associazione per delinquere. L’operazione è stata illustrata a Catania durante una conferenza stampa alla quale hanno preso parte, tra gli altri, il procuratore della Repubblica Michelangelo Patanè e il procuratore aggiunto Marisa Scavo. L’indagine ha coinvolto sei regioni italiane: Lombardia, Marche, Campania, Sardegna, Lazio e Veneto.
Gli indagati erano originariamente 18. Uno di essi, un palermitano, è nel frattempo deceduto. Gli arresti sono stati compiuti in flagranza di reato a Napoli, dove un libero professionista di 40 anni è stato trovato in possesso di circa 1.500 video di pornografia minorile; a Milano, dove è stato arrestato un dipendente pubblico di 55 anni che aveva circa 110.000 immagini e 1.700 video pedopornografici; a Salerno, dove è stato arrestato un disoccupato di 51 anni trovato in possesso di oltre 2.000 video pedopornografici.
L’indagine ha anche permesso di accertare numerosi contatti tra gli indagati ed un centinaio di persone in Francia, Regno Unito, Islanda, Polonia, Brasile, Marocco, i cui relativi dati sono stati comunicati alle autorità internazionali.
Molte delle immagini e dei video sequestrati ha un contenuto particolarmente raccapriccianti perché raffigurano minori impegnati anche in scene di sesso con animali o sottoposti a strumenti di tortura e costrizione.