“Non abbassare la guardia” è il monito lanciato durante la
Conferenza sull’Aids in corso a Barcellona. Il virus, in Italia, non è ancora stato sconfitto. Secondo Carlo Federico Perno, docente di Virologia dell’Università di Roma Tor Vergata, “in Italia si stima siano 130-150mila le persone infettate, con 4mila nuove diagnosi l’anno. E se sono 94mila i pazienti in terapia,
possiamo dire che una persona su tre con Hiv non sa di essere contagiata”.
Sono stati annunciati i risultati di uno studio di fase III su una nuova combinazione sperimentale ‘4 in 1’, da assumere una volta al giorno. La singola compressa (a base di elvitegravir, cobicistat, emtricitabina e tenofovir alafenamide) per il trattamento dell’Hiv-1 in pazienti adulti è risultata ugualmente efficace, ma meno tossica, rispetto alla combinazione con cui è stata confrontata. La chiave sarebbe nel Taf (tenofovir alafenamide), un nuovo inibitore nucleotidico sperimentale.
“Anche se, grazie ai farmaci, ormai lo controlliamo molto bene dichiara Perno -. Il problema è che ancora oggi la diagnosi arriva in media dopo 5-7 anni: questo vuol dire che adesso scopriamo infezioni che risalgono in molti casi al 2008. Invece è fondamentale trattare i pazienti il prima possibile”.
“Non si fa neanche prevenzione – continua – perché ormai l’idea è che l’Hiv da malattia mortale sia diventata malattia cronica, così ‘’è meno pausa. Ma anche le malattie croniche uccidono”, sottolinea il virologo, lamentando una “drammatica perdita di attenzione nei confronti dell’Aids”.