Legge di Stabilità, arriva il monito dell’Ue | “L’Italia non è in linea sulle scelte fiscali”

di Redazione

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Legge di Stabilità, arriva il monito dell’Ue | “L’Italia non è in linea sulle scelte fiscali”

| mercoledì 21 Ottobre 2015 - 12:16

Anche se nei  giorni scorsi fonti da Bruxelles hanno fatto sapere che l’Ue non respingerà la legge di Stabilità, arriva un monito dall’Europa nel giorno in cui la manovra sbarca in Senato. Il vice presidente della commissione, Dombrovskis “boccia” “alcune azioni prese a livello di politica fiscale” dall’Italia che non sarebbero in linea con l’indicazione dell’Europa di spostare il carico di tasse dal lavoro verso consumi e proprietà.

Secondo Bruxelles “Alcune azioni prese a livello di politica fiscale” dall’Italia “non sono in linea con le raccomandazioni generali” dell’Ue di spostare il carico di tasse dal lavoro verso consumi e proprietà. Così il vicepresidente della Commissione Ue Dombrovskis, aggiungendo di stare “valutando” la L. di stabilità e la richiesta di flessibilità sui migranti.

“Stiamo valutando, quindi non sono in grado di commentare” la Legge di stabilità italiana, ha aggiunto Dombrovskis parlando in un incontro ristretto con la stampa ricordando di dover anche “prendere in considerazione le previsioni economiche previste il 5 novembre e, basandoci su questi dati, faremo la nostra valutazione del rispetto delle regole di bilancio”. Quanto alla flessibilità per la crisi dei migranti, ha aggiunto il vicepresidente della Commissione Ue, “l’Italia è uno dei paesi che ha chiesto di prendere questo in considerazione, quindi stiamo valutando anche questa spesa ulteriore” che il Paese sta sostenendo.

Intanto Matteo Renzi difende la manovra che arriva in Senato, garantisce che i castelli e le ville continueranno a pagare la Tasi e spazza via le critiche sul fronte del contante, misura “liberale” che “non aiuta né combatte l’evasione” e che “aiuterà i consumi”.

Nella limatura del testo, proseguita fino a tarda notte ieri e che in serata ancora non è stato trasmesso al Quirinale, si sta definendo anche la stretta sugli acquisti della pubblica amministrazione, cardine di quel che resta della spending review, con i dirigenti che risponderanno anche con tagli al salario accessorio, se non saranno approvati per tempo dei piani biennali sulle spese della P.a.

La spending, afferma il titolare dell’Economia Pier Carlo Padoan, non è affatto sparita, anche se magari non emerge “dai numeri”, ma prosegue “chirurgica” su ogni voce di spesa e anche grazie alle riforme strutturali come quella della pubblica amministrazione. Così ad esempio la stretta per i dirigenti riguarderà anche i fondi generali per il trattamento accessorio, mentre il blocco del turnover per tutta la P.a. si fermerà al 40%. Insieme ai fondi per il rinnovo del contratto, considerati “inadeguati e fittizi”, queste ultime sono le motivazioni alla base della mobilitazione “durissima” annunciata dai sindacati del comparto che prevede anche una manifestazione nelle prossime settimane.

 

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