Michel Platini non si tira indietro. Nonostante l’inchiesta sui 2 milioni di franchi svizzeri che Joseph Blatter gli avrebbe versato nel 2011, il numero uno dell’Uefa dichiara di avere “ancora voglia” di presentare la propria candidatura per la presidenza della Fifa.
Il francese ha affidato le sue sensazioni ai microfoni del quotidiano ‘Le Monde’: “Sono stato sospeso per tre mesi, ma quello che mi innervosisce di più è di essere messo in mezzo con gli altri – dice Platini – Trovo vergognoso essere infangato“.
Il presidente dell’Uefa ha poi aggiunto che “i miei legali seguono le procedure Fifa e ricorreranno, se necessario, al tribunale arbitrale dello sport. Spero che tutto proceda con rapidità”.
Platini dice la sua sulla vicenda del pagamento ricevuto da Blatter: “Nel 1998 ero presidente del comitato organizzatore della coppa del mondo e doveva essere eletto il nuovo presidente Fifa. Ero a Singapore e Blatter chiede di vedermi nella sua camera“.
“Mi dice subito ‘Allora, si va o no?’ – continua il dirigente francese – Mi dice che il presidente uscente Joao Havelange gli ha detto ‘Platini presidente e Blatter segretario generale è una soluzione molto elegante‘. Solo che a me non interessava”.
“Ero nella Coppa del mondo – prosegue Platini – non mi ci vedevo. Allora Blatter ha deciso di candidarsi lui: ‘mi presento, ma ho bisogno di te‘. Ci rivedemmo due mesi dopo, mi chiese di essere il suo consigliere per il calcio“.
“Ci accordammo – racconta – ‘Quanto vuoi?’ chiese Blatter. Risposi ‘Un milione’. ‘Di cosa?’. ‘Di quello che vuoi, di rubli, di sterline, di dollari’. A quell’epoca, non c’era ancora l’euro. Rispose: ‘d’accordo, un milione di franchi svizzeri all’anno‘ “.
Platini spiega di non aver poi continuato ad incassare lo ‘stipendio’ per “negligenza”. E quanto all’assenza di contratti scritti, il francese afferma che si trattava di “una cosa da uomo a uomo” e che “nel diritto svizzero un contratto orale vale come un contratto scritto“.