“Bruxelles non è il nostro maestro che fa l’esame. Non ha titolo per entrare nel merito delle misure”. Intervenuto ai microfoni di Radio24, il premier Matteo Renzi tuona contro alcuni esponenti dell‘Ue che nelle scorse ore avevano espresso qualche perplessità sulla legge di Stabilità approvata ieri dal Cdm.
Nessuna lezione da Bruxelles: “Può dare suggerimenti, ma basta con la sudditanza psicologica. Ogni volta che parla il portavoce di terzo rango di un vicecommissario aggiunto, i media rilanciano la dichiarazione dicendo che ‘Bruxelles dice’. L’Italia dà molti soldi all’Europa – prosegue Renzi – e anche sul rispetto dei parametri inviterei a guardare i dati del deficit di altri paesi“.
Il riferimento è alla Spagna “che sfora il 3%” e alla Gran Bretagna “che quest’anno ha fatto il 5% del deficit”. In ogni caso, sulla legge di Stabilità così come su altri aspetti della politica interna: “Non c’è trattativa: se anche Bruxelles bocciasse la manovra un governo può confermarla e rimandarla così”.
Il canone in bolletta? “È una norma al riparo da impugnative – spiega – È l’applicazione di un principio liberale. Sull’innalzamento dei limiti relativi al pagamento in contante, il premier dichiara: “I dati dimostrano che a ridurre sono l’incrocio dei dati e le misure che abbiamo preso come la fatturazione elettronica”.
Infine, al termine del vertice dei capi di Stato e di governo dell’Ue, Renzi replica ad alcune frasi pronunciate da Donald Tusk sul ruolo svolto dall’Italia nell’emergenza immigrazione: “Credo che le sue frasi utilizzate nel parlamento europeo non fossero le frasi più idonee, non tanto verso il governo italiano ma verso il popolo italiano”.
Il presidente del Consiglio europeo, in occasione dell’intervento nell’Aula del Parlamento europeo a Strasburgo, aveva “parificato” il comportamento di italiani, slovacchi, greci e ungheresi. “L’Italia non può essere messa sullo stesso piano dell’Ungheria, perché il nostro Paese non ha alzato barriere ma ha aiutato i migranti”.