In migliaia ieri in piazza a Montecitorio per la manifestazione della polizia. Quasi diecimila uomini del comparto sicurezza (Poliziotti, Poliziotti penitenziari, Forestali e Vigili del Fuoco) proveniente da tutta Italia (da Palermo a Lecco passando per Cosenza e Cagliari) hanno manifestato armati di fischietti e tamburelli contro la legge di Stabilità approvata dal governo.
Alla base delle proteste del sindacato di polizia ci sono almeno due ordini di ragioni: “Da un lato le condizioni in cui ormai lavorano gli operatori delle forze dell’Ordine – scrive William Pacelli, dirigente del sindacato di polizia – condizioni difficilissime e per certi versi poco comprensibili. Sappiamo, purtroppo, che ormai non fa più neanche testo che la polizia non abbia le auto per lavorare, che si operi in commissariati che talvolta definire fatiscenti è solo un eufemismo frutto di un grande sforzo di fantasia; che non abbiamo la carta per stampare e scrivere e le divise da indossare. E le risorse per la lotta al terrorismo, dove le mettiamo? Credete che chi non ha i soldi per la benzina e per pagare gli straordinari avrà i soldi per difendersi dall’Isis? E ancora la frustrante coscienza che, a causa di certe leggi, riuscire a limitare la pericolosità sociale di chi commette reati medio-piccoli è diventato molto difficile. Ci sono persone che vengono arrestate per gli stessi reati decine di volte, in archi temporali ristretti ma che continuano a essere liberi. Molti poliziotti e carabinieri cominciano a soffrire della sindrome di Don Quijote, dell’idea di combattere contro il nulla. Anche se invece dei mulini a vento, si trovano dinnanzi un sistema garantista contro cui non è neanche possibile duellare!”.
“Il secondo ordine di ragione per protestare – continua Pacelli – è il nostro trattamento economico. Non stiamo qui a dirvi che rispetto al resto d’Europa la polizia italiana è tra le peggio pagate, e le peggio equipaggiate; non stiamo qui a dirvi che come trattamento pensionistico, ma questa cosa accomuna tutto il comparto pubblico, le cose stanno solo peggiorando in maniera tragica, con delle riforme che mirano solo a risparmiare sulle spalle dei lavoratori. Non vi parleremo dei tagli agli straordinari e a tutte le altre nostre indennità. Ma la goccia che ha fatto traboccare il vaso della nostra indignazione è stato sapere che era illegittimo il blocco degli statali che è stato attuato tra 2010 e 2015, come ha stabilito la Corte Costituzionale, ma non per il passato e quindi i soldi di cui siamo stati privati durante questo quinquennio non ci verranno restituiti (35 miliardi di Euro!!!); ma soprattutto sapere che nella prossima manovra finanziaria verranno stanziati appena 300 o 400 milioni di euro per il pubblico impiego. Il che, facendo i conti si concretizzerebbe in un aumento di circa 9/10 euro lorde euro pro capite per gli statali e quindi anche per le forze dell’Ordine.
Se considerate che da alcuni anni, poliziotti, Carabinieri & C., proprio a causa del mancato rinnovo dei contratti, percepiscono una indennità di vacanza contrattuale di circa 12 Euro mensili, capirete che con questa manovra, per assurdo, ci andremmo pure a perdere. Secondo voi ci sentiamo o no un po’ buggerati?.
Sapete quale è la triste verità? Che il nostro comparto purtroppo, al pari di quello della Sanità e dell’Istruzione viene visto come un costo e non come un investimento. Ed è grave non capire che la sicurezza è uno dei capisaldi dello sviluppo e del futuro di una Nazione. Le forze dell’Ordine hanno bisogno di una immediata e seria riforma, una ristrutturazione, con la quale potremmo risparmiare centinaia di Milioni di euro, non togliendoli dagli stipendi degli operai della sicurezza, ma ottimizzando risorse che ci sono e vanno solo amministrate con maggiore saggezza. Non basta solo accorpare la forestale a Carabinieri e Polizia. Non cambia nulla.
Permettetemi di chiudere con una considerazione. Sono contento che alla nostra manifestazione di Roma abbiano partecipato alcuni uomini politici, che hanno solidarizzato con noi. Anche se quasi tutti sono stati oggetto di pesanti fischi e di contestazioni. C’è stato qualche politico che avrebbe potuto essere contestato perché il suo movimento aveva chiesto, tempo addietro, i numeri identificativi sui caschi dei poliziotti durante le manifestazioni di piazza. E questa cosa non piacque a molti poliziotti. Ma vi dico subito che, se venissero fortemente inasprite e rese esecutive le pene per chi devasta durante le manifestazioni di piazza e ancor di più per coloro che usano i poliziotti come bersagli per bombe carta e spranghe, il numero identificativo saremmo disposti anche a tatuarcelo addosso. Punito il poliziotto che sbaglia, punito chi cerca di accoppare un poliziotto, e non come adesso, con queste leggi che non tutelano chi garantisce la sicurezza delle piazze durante le manifestazioni!.
Ma quello che è sembrato ancor più strano è stato vedere, solidale con noi, gente che pur avendo governato in passato, e avrebbe allora potuto e dovuto fare qualcosa di più per il comparto sicurezza…ai tempi non lo ha fatto! E adesso si lamenta di come il nuovo Governo gestisca male la sicurezza!”.
Oppure vedere politici pronti a difendere il nostro operato e i nostri sacrifici, e sono sicuro che lo fanno con la massima onestà intellettuale e sincerità, salvo poi non volere rinunciare ad un costosissimo diritto acquisito come quello del finanziamento pubblico ai loro partiti. Sapete che dopo una corsa in Senato di appena di tre ore, il ddl Boccadutri è una legge che permette ai partiti di incassare 45,5 milioni di finanziamenti pubblici anche se i bilanci non sono stati verificati. Si tratta di una somma circa 150 volte maggiore di quella messa a disposizione del governo per la riforma degli statali….non dico che avremmo dovuto usare tutti questi soldi per gli statali. Ma se ne avessimo preso anche solo un decimo, con 4 milioni e mezzo di euro avremmo dato 100 di euro d’aumento a tutti gli impiegati pubblici italiani!!! E l’altro 90% lo avremmo potuto spendere in cose di utilità sociale.
La polizia ha bisogno della solidarietà e l’attenzione della politica, ma una attenzione vera, quella che ci porterà a costruire una nuova polizia, a riscrivere la storia della sicurezza in Italia. Non basta indossare una maglietta della polizia ad una manifestazione, o farsi un giro in una volante, per essere solidali con noi! Bisogna agire e non solo gridare”.