Chi guarda video pornografici durante la pausa pranzo non merita il licenziamento. La Cassazione, infatti, ha respinto il ricorso della Fiat che chiedeva di applicare la massima sanzione espulsiva nei confronti di un operaio dello stabilimento di Termini Imerese che aveva ammesso di aver visto ‘filmini’ durante la pausa. Con la sentenza 20728 la Cassazione ha confermato la decisione della Corte d’Appello di Palermo che aveva dichiarato illegittimo il licenziamento di Giuseppe Z.
In primo grado, invece, il tribunale di Termini Imerese, nel 2010, aveva confermato il provvedimento disciplinare della Fiat.
Ad avviso degli ‘ermellini’ “le asserite ammissioni del dipendente” rispetto alla visione dei ‘filmini’ in pausa pranzo erano limitati ad “avere visto lo scorcio di un filmato durante la pausa mensa” mentre non c’erano prove di “valore univoco” tali da raggiungere la prova che Giuseppe Z. avesse visto i dvd in suo possesso “durante l’orario di lavoro”.
Ci può essere solo il “sospetto” che lo abbia fatto ma il solo sospetto “è inidoneo a ritenere provato l’addebito” conclude la Cassazione. Con un verdetto di ieri, invece, la Suprema Corte aveva confermato il licenziamento per un operaio della Fiat sorpreso a fumare spinelli durante l’orario di lavoro.