Il Senato ha approvato la riforma costituzionale. I sì sono stati 179, i no 16, 7 gli astenuti. Le opposizioni hanno disertato il voto finale: alla fine dell’intervento contro il ddl Boschi di Roberto Calderoli, i senatori della Lega hanno lasciato l’Aula di Palazzo Madama con il volume dell’attuale Costituzione in mano. Calderoli aveva in mano anche una bottiglietta di olio di ricino: “Questo è il nostro futuro”, ha detto. E non appena l’ex presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ha cominciato a parlare, tutti i senatori del M5S sono usciti lasciando i banchi deserti. Hanno abbandonato i loro posti anche numerosi esponenti di Forza Italia.
Esulta il premier Matteo Renzi e lo fa tramite il suo profilo Twitter
Stesso mezzo e medesima soddisfazione per il ministro Elena Boschi
Dopo il via libera del Senato, il testo passerà subito alla Camera che, secondo le intese nella maggioranza, dovrebbe semplicemente confermarlo senza apportare alcuna modifica: tutto ciò entro Natale.
Come prevede l’articolo 138 della Carta per le modifiche costituzionali, il ddl Boschi sarà nuovamente sottoposto al Senato e alla Camera ad una seconda e definitiva approvazione. Non sono previsti emendamenti, ma solo un “sì” o un “no” agli articoli e alla legge (con dei passaggi parlamentari più snelli e rapidi che dovrebbero concludersi entro primavera 2016), così da tenere il referendum confermativo nell’autunno.
Solo allora la riforma entrerà in vigore, e sarà attuata poi al momento dello scioglimento delle Camere, che Matteo Renzi dice debba essere a scadenza naturale, nella primavera 2018.
Nella seconda lettura in Senato e alla Camera occorrerà la maggioranza assoluta, quindi 161 voti in Senato e 316 alla Camera, mentre oggi la maggioranza semplice.