Non solo fa bene alla salute del neonato, il latte materno è un vero toccasana anche per le casse dello Stato. Infatti abbatte i costi sanitari.
A sostenerlo i pediatri di 5 società scientifiche che hanno realizzato un documento per la promozione di questa pratica rivolto alle famiglie e agli operatori del settore.
Quasi tutte le donne italiane, il 90%, allattano al seno il neonato nei primi giorni di vita, anche se in maniera non esclusiva. Però soltanto il 10% delle mamme continua ad allattare al seno il proprio piccolo oltre i 6 mesi di vita. Questi dati emergono dal nuovo Position Statement sull’Allattamento al seno e uso del latte materno/umano, per la prima volta sottoscritto dalle Società Scientifiche Pediatriche Italiane Sip, Sin, Sigenp, Sicupp e Simp.
L’iniziativa per la realizzazione del documento è partita dal TAS del Ministero della Salute. Dal documento si evidenzia anche un risparmio in termini economici dati dall’allattamento al seno sia alle famiglie che al sistema sanitario: infatti per ogni singolo bambino non allattato al seno si stima un incremento annuale per cure ambulatoriali ed ospedaliere di circa 140 euro.
Negli Stati Uniti si stima che se l’80 % della popolazione riuscisse ad allattare in maniera esclusiva per 6 mesi verrebbero non solo prevenute 741 morti (per morte in culla o Sids, enterocolite necrotizzante del pretermine o Nec e per le basse infezioni respiratorie), ma anche risparmiati 10.5 miliardi di dollari per le cure. Anche per il Servizio Sanitario inglese (NHS) la promozione dell’allattamento al seno porta ad una stima di risparmio economico sostanziale.