Operazione antimafia del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Catania alle prime luci dell’alba nell’ambito dell’operazione “Nuova famiglia”. Sette le persone arrestate accusate di associazione a delinquere di stampo mafioso e rapina aggravata.
Si tratta di Gioacchino Massimiliano Intravaia, Carmelo Occhione, Sergio Gandolfo, Cristian Marletta, Michele Isaia, Giuseppe Caruso. Nunzio Fabio Tenerelli è accusato di rapina aggravata.
L’accusa per tutti è di associazione a delinquere di tipo mafioso finalizzata a reati contro la persona e contro il patrimonio e all’illecita acquisizione e gestione di attività economiche.
Le indagini coordinate dalla locale Procura Distrettuale stanno portando a diversi provvedimenti nell’ambito di un’operazione nei confronti dei presunti reggenti del clan Mazzei.
Sulla scorta di mirate attività di controllo nei confronti dei più stretti familiari e sodali del capo clan è stato possibile ricostruire il nuovo “organigramma” della consorteria mafiosa individuando compiti e responsabilità dei nuovi “reggenti” della famiglia.
Sono stati dunque delineati i rapporti di gerarchia fra i diversi appartenenti al clan, tutti ritenuti in subordinazione rispetto al capo Sebastiano Mazzei, il quale, nonostante la latitanza, sarebbe riuscito a mantenere il controllo delle attività illegali per mezzo del cognato Gioacchino Massimiliano Intravaia (marito della sorella, Simona Mazzei), già “tesoriere” della famiglia.
Altre due figure di spicco emerse dalle ricostruzioni effettuate dagli investigatori delle Fiamme Gialle sono quelle di Carmelo Occhione e Sergio Gandolfo. Infatti, il primo, per effetto delle diverse operazioni di polizia condotte nei confronti del clan, è divenuto il responsabile per le attività operative della famiglia (tra le quali estorsioni e rapine), controllando con le sue squadre in modo capillare la zona del “Traforo”, nel quartiere San Cristoforo, roccaforte della consorteria.
Il secondo, invece secondo gli investigatori, ha assunto il ruolo di rappresentante della famiglia interfacciandosi con i referenti degli altri gruppi mafiosi del territorio etneo. Tali circostanze sono state peraltro confermate da più collaboratori di giustizia che hanno indicato nei due soggetti i referenti per la famiglia “Mazzei” nelle riunioni di mafia finalizzate alla spartizione degli affari.
Ulteriore figura di riferimento individuata dalle indagini è quella di Cristian Marletta il quale, in virtù della diretta discendenza di sangue dal nonno Santo Mazzei, si è, in più occasioni, arrogato diritti da capo clan. Avrebbe svolto direttamente azioni punitive, prendendo parte attiva nella gestione di alcune attività commerciali attribuibili a Nuccio Mazzei.
In tale contesto, sono stati ricostruiti i nuovi investimenti operati dalla cosca, in particolare quelli nella gestione, per il tramite di prestanomi e di due imprese, della nota discoteca catanese del “69 Lune Fashion Club”. Per tale motivo il G.I.P. del Tribunale di Catania ha disposto il sequestro delle quote della società “Meta Harmony S.r.l.” e della ditta individuale “69 lune”, per il tramite delle quali la famiglia Mazzei gestiva la discoteca.