È ancora allarme frane in Sicilia ed inevitabile arriva la chiusura di un tratto dell’autostrada A18 Messina-Catania. Il provvedimento è stato attuato nelle prime ore di questa mattina nel tratto Roccalumera-Giardini Naxos, in entrambe le direzioni di marcia, per un ulteriore smottamento della collina sovrastante Letojanni e attigua al tracciato autostradale. Uscite obbligatorie a Roccalumera, per i veicoli provenienti da Messina, e a Giardini Naxos per quelli provenienti da Catania.
Il primo scivolamento si era già manifestato lo scorso 2 ottobre e gli uffici tecnici del Consorzio autostrade siciliane (Cas) erano intervenuti per la messa in sicurezza della viabilità e per il contenimento del costone.
Dopo il crollo del viadotto Himera sull’autostrada Palermo-Catania, la frana di oggi sulla Messina-Catania ha di fatto tagliato la Sicilia in tre parti, con tutti i mezzi pesanti fermi perché lungo la statale 114, sulla quale viene deviata la circolazione, c’è un angusto sottopasso che rende arduo il transito ai camion.
“Da oggi tutte le derrate alimentari saranno portate al macero – dice l’Ance Sicilia, l’associazione dei costruttori edili – e quasi tutte le province dell’Isola soffriranno per la difficoltà di approvvigionamento di merci e generi di prima necessità, di materie prime e semilavorati per l’industria manifatturiera e di materiali per il settore delle costruzioni”.
“Questo fatto, ancorché prevedibile come dichiarano i tecnici del Consorzio autostrade siciliane, mette a nudo – aggiunge l’Ance – la gravissima responsabilità dei governi centrale e regionale e della deputazione nazionale e dell’Ars, che hanno tutti sottovalutato l’importanza di completare l’anello autostradale siciliano e di investire in maniera efficace sulla prevenzione del dissesto idrogeologico. Proprio adesso la giunta regionale per pagare spese correnti e assistenziali ha sottratto risorse al completamento della Nord-Sud, mentre il governo nazionale ha appena sfiorato la Sicilia col piano “#Italia Sicura” e la stessa Regione ha previsto pochissime risorse nella scheda sul dissesto idrogeologico presentata a Bruxelles per la nuova programmazione dei fondi europei”.
“Cosa dovrà accadere ancora – si chiede Santo Cutrone, presidente facente funzioni di Ance Sicilia – perché l’intera classe politica capisca che la situazione del territorio siciliano non può essere più presa sottogamba? Dobbiamo sperare ancora una volta in interventi ‘fai da te’ dei cittadini e dei Comuni che evidenziano tutta la sfiducia nella politica? Non possiamo e non dobbiamo”