Un’omelia a forte impatto emotivo quella pronunciata da Papa Francesco nella messa di apertura della XVI assemblea ordinaria del sinodo dei vescovi sul tema “La vocazione e la missione della famiglia nella Chiesa e nel mondo contemporaneo”. Francesco celebra con altri 314 tra cardinali, patriarchi, arcivescovi maggiori, arcivescovi, vescovi e sacerdoti.
“Una Chiesa con le porte chiuse tradisce se stessa e la sua missione, e invece di essere un ponte diventa una barriera – ha esordito il Pontefice a San Pietro – L’uomo che sbaglia deve essere sempre compreso e amato. La Chiesa deve cercarlo, accoglierlo e accompagnarlo”.
L’auspicio è quindi per una Chiesa che “insegna e difende i valori fondamentali, senza dimenticare che ‘il sabato è stato fatto per l’uomo e non l’uomo per il sabato’. “Gesù ha detto anche: ‘Non sono i sani che hanno bisogno del medico, ma i malati; io non sono venuto a chiamare i giusti, ma i peccatori’, ha aggiunto.
“Una Chiesa che educa all’amore autentico, capace di togliere dalla solitudine, senza dimenticare la sua missione di buon samaritano dell’umanità ferita – continua Bergoglio – Per Dio il matrimonio non è utopia adolescenziale, ma un sogno senza il quale la sua creatura sarà destinata alla solitudine! Infatti la paura di aderire a questo progetto paralizza il cuore umano”,
Il messaggio sulla famiglia è forte e dirompente: “Solo alla luce della follia della gratuità dell’amore pasquale di Gesù apparirà comprensibile la follia della gratuita’ di un amore coniugale unico e usque ad mortem. L’obiettivo della vita coniugale non è solamente vivere insieme per sempre, ma amarsi per sempre!”.
Per Papa Francesco “è lo stesso disegno che Gesù nel Vangelo di oggi riassume con queste parole: ‘Dall’inizio della creazione li fece maschio e femmina; per questo l’uomo lascerà suo padre e sua madre e si unirà a sua moglie e i due diventeranno una carne sola. Così non sono più due, ma una sola carne'”.
“Gesù, di fronte alla domanda retorica che gli è stata fatta, probabilmente come un tranello, per farlo diventare all’improvviso antipatico alla folla che lo seguiva e che praticava il divorzio come realtà consolidata e intangibile – spiega il Papa – risponde in maniera schietta e inaspettata”.
In sostanza “riporta tutto all’origine della creazione, per insegnarci che Dio benedice l’amore umano, è Lui che unisce i cuori di un uomo e una donna che si amano e li unisce nell’unità e nell’indissolubilita”. “Nulla rende felice il cuore dell’uomo come un cuore che gli assomiglia, che gli corrisponde, che lo ama e che lo toglie dalla solitudine e dal sentirsi solo”.
“Dio non ha creato l’essere umano per vivere in tristezza o per stare solo, ma per la felicità – ha poi proseguito – per condividere il suo cammino con un’altra persona che gli sia complementare; per vivere la stupenda esperienza dell’amore: cioè amare ed essere amato; e per vedere il suo amore fecondo nei figli”.
Infine il messaggio sulla solitudine dei tempi moderni: “Oggi viviamo la stessa esperienza di Adamo: tanta potenza accompagnata da tanta solitudine e vulnerabilità; e la famiglia ne è l’icona. Sempre meno serietà nel portare avanti un rapporto solido e fecondo di amore: nella salute e nella malattia, nella ricchezza e nella povertà, nella buona e nella cattiva sorte”.
“L’amore duraturo, fedele, coscienzioso, stabile, fertile è sempre più deriso e guardato come se fosse roba dell’antichità – chiosa Papa Francesco – Sembrerebbe che le società più avanzate siano proprio quelle che hanno la percentuale più bassa di natalità e la percentuale più alta di aborto, di divorzio, di suicidi e di inquinamento ambientale e sociale”.