Un tragico errore. Così è stato definito il bombardamento da parte della Nato dell’ospedale di Kunduz, in Afghanistan. Tra le almeno 20 vittime anche tre sanitari di Medici senza Frontiere. Altre 30 persone risultano disperse.
Ad ammettere il “tragico errore”, il portavoce delle forze Usa in Afghanistan, colonnello Brian Tribus. “L’operazione – si legge in un breve comunicato – è stata realizzata alle 2,15 contro individui che minacciavano la forza”. “Il bombardamento – ammette il portavoce – può aver causato danni collaterali ad una vicina struttura medica”.
Anche Medici senza Frontiere ha lanciato un comunicato stampa: “Alle 2,10 locali il Centro traumi di Kunduz è stato ripetutamente colpito durante un intenso bombardamento ed è rimasto gravemente danneggiato”. “Tre membri dello staff sono morti – si dice ancora – e di altri 30 non si hanno notizie. Il personale presente sta lavorando senza tregua per fare tutto il possibile per garantire la sicurezza dei pazienti e del personale dell’ospedale”.
Inoltre, secondo l’organizzazione umanitaria, il bombardamento contro l’ospedale Msf di Kunduz è proseguito per mezz’ora dalla segnalazione alle forze armate Usa e afgane. “In più – scrive Msf su Twitter – tutte le parti in conflitto, incluse Kabul e Washington, conoscevano le coordinate delle nostre strutture già da mesi”.
“Siamo profondamente scioccati – prosegue il comunicato firmato dal direttore delle operazioni di MSF Bart Janssens – da questo attacco, dall’uccisione di membri del nostro staff e di pazienti e dai gravi danni inflitti alla sanità di Kunduz”. Kunduz, città afghana sotto il controllo dei talebani e da giorni teatro di scontri con le forze di sicurezza governative.
“Non sappiamo ancora quale sia il bilancio delle vittime – si dice infine – ma la nostra squadra medica sta fornendo l’aiuto di emergenza, curando i pazienti ed il personale di MSF feriti e cercando di contare le persone decedute. Rivolgiamo un appello a tutte le parti a proteggere la sicurezza delle strutture mediche e del personale che vi lavora”. Al momento del bombardamento nell’ospedale c’erano 105 pazienti con i loro famigliari e 80 membri dello staff nazionale e internazionale di Msf.
(Foto Twitter)