L’Italia, come altri Stati membri, ha “un peso fiscale relativamente alto sul lavoro” mentre dovrebbe spostarlo su “consumi, proprietà immobiliare e ambiente”. A chiederlo è il rapporto Ue sulla fiscalità. Secondo il documento l’Italia ha “un gap sull’Iva significativamente più alto della media Ue”, per cui si dovrebbe “evitare l’uso di tassi ridotti e di esenzioni non obbligatorie”. Ma Renzi va giù duro e afferma: “Sulle nostre tasse decidiamo noi”.
Secondo il rapporto Ue l’Italia “ha tasse relativamente alte sulle compravendite immobiliari mentre le tasse annuali sulla proprietà non sono particolarmente alte“, per cui “c’è spazio per migliorare l’efficacia modificando la struttura tributaria nell’ambito della tassazione sui beni immobiliari”.
“Non abbiamo ora un’analisi dettagliata del piano di riforma fiscale italiano, la faremo quando riceveremo la bozza” della Legge di stabilità, afferma la portavoce agli Affari economici della Commissione Ue, dopo la pubblicazione del rapporto.
Ma alle richieste dell’Europa di spostare la tassazione su casa e consumi il premier Matteo Renzi ribadisce la linea del suo esecutivo: “Quali tasse ridurre lo decidiamo noi, non un euroburocrate a Bruxelles”. E sottolinea che “compito dell’Ue non è mettere bocca su quali scelte fiscali fa uno Stato” e “non deve decidere al posto dei singoli governi”. Per questo il presidente del Consiglio conferma “l’eliminazione nella legge di Stabilità della tassa sulla prima casa per tutti e per sempre”.