È giallo sulla notizia dell’omicidio del principale boss del traffico di esseri umani a Zuwara, in Libia, che secondo i media locali sarebbe stato ucciso a Tripoli insieme a otto suoi miliziani. L’uomo, Salah Al-Maskhout, ex ufficiale dell’esercito libico nell’era Gheddafi, sarebbe stato ucciso da uomini armati, probabilmente “professionisti”, scrive il Libya Herald.
Sabato sera, però, è emerso che c’è stato un errore di trascrizione, e l’uomo non si chiamerebbe Salah Maskhout. Un uomo con lo stesso cognome, 47 anni, ha fatto sapere di essere vivo e vegeto e soprattutto di non avere nulla a che fare con il traffico di esseri umani. “Posso assicurarvi che sono vivo”, ha detto al telefono a Migrant Report. “Sono vivo e scioccato da quello che è girato sul mio conto”.
Dopo aver telefonato a Maskhout, Migrant Report ha riferito comunque di aver contattato una “fonte qualificata della sicurezza” a Tripoli che ha insistito: “L’attacco si è verificato”, ha assicurato la fonte, “sorvolando su chi siano gli autori”. L’uomo ucciso “era coinvolto nel traffico di esseri umani, ed è per questo che è stato eliminato”.
Quel che sembra certo è che il boss ammazzato aveva a disposizione uno stock di 35 barconi, perlopiù navi da pesca, con i quali smistava il flusso di disperati che dalla Libia tentano di arrivare in Italia.
La sparatoria, secondo i media, “si è svolta intorno alle 7 del mattino, non lontano dal Medical Center di Tripoli”. Il boss era andato a visitare alcuni parenti nella zona, ma il convoglio è stato fermato da uomini armati, almeno quattro. Quindi la sparatoria.
I media libici hanno per la verità tirato in ballo “forze straniere” senza tuttavia mai citare l’Italia. I proiettili utilizzati per uccidere l’uomo e la sua scorta “sono di calibro 9mm, quelli in dotazione alle forze di sicurezza americane e alle guardie della sede diplomatica americana”, hanno spiegato fonti del dipartimento investigativo di Tripoli e i medici legali che sostengono di aver esaminato i cadaveri. Il boss “è stato colpito al cuore”, una conferma dell’esecuzione da parte di “professionisti”.