L’Eliseo ha annunciato di aver condotto i primi attacchi aerei in Siria contro lo stato islamico, in coordinamento con la coalizione internazionale. Lo rende noto Le Monde.
Il presidente francese, François Hollande, aveva preannunciato la decisione di intervenire lo scorso 7 settembre, sottolineando che l’intervento è stato deciso in accordo con la coalizione internazionale. Secondo informazioni raccolte da Le Monde, i primi raid francesi risalgono a giovedì e sono stati condotti contro Rakka, città del centro della Siria, considerata il feudo di Daesh.
“La Francia – si legge nel comunicato della presidenza – ha colpito in Siria. Lo abbiamo fatto sulla base di informazioni raccolte nelle ultime operazioni aeree condotte da oltre due settimane, nel rispetto della nostra autonomia d’azione, in coordinamento con i nostri partner della coalizione”. Parigi “conferma il risoluto impegno” a combattere contro “la minaccia terroristica rappresentata da Daesh” annunciando di voler “colpire ogni volta che la nostra sicurezza nazionale sarà in gioco”.
Il primo ministro francese, Manuel Valls, ha precisato che la Francia ha colpito “i santuari dell’Isis là dove si sono formati coloro che attaccano la Francia”. Durante una visita nel centro del Paese, il premier ha aggiunto che l’azione di Parigi proseguirà “finché sarà necessario”: “Colpiamo Daesh – ha detto – poiché questa organizzazione terroristica prepara gli attentati contro la Francia da questi santuari. Operiamo per legittima difesa”.
E mentre, la Francia attacca l’Isis in Siria, l’Iraq coopera con Russia, Siria e Iran sul fronte dell’intelligence e della sicurezza in chiave anti-Isis. Lo conferma Baghdad, dopo le indiscrezioni arrivate da Mosca che parlavano di una cooperazione “nel prossimo futuro”. Il comando centrale di Baghdad, scrive al Arabiya, ha annunciato che la cooperazione è già operativa, smentendo alcune dichiarazioni di esponenti del governo che che avevano escluso la cooperazione con Mosca.
Intanto, fonti di intelligence Usa citate dal New York Times rivelano che sono “almeno 30.000” i foreign fighters in Siria e Iraq che sono andati a combattere nelle file dell’Isis. In 12 mesi il loro numero “è raddoppiato” stimano i responsabili, affermando che i reclutamenti “sono in costante crescita, con quasi 1.000 nuovi combattenti al mese”. Almeno 250 gli americani.