Dopo aver parlato all’assemblea dell’Onu, Papa Francesco si è recato a un incontro interreligioso al Memorial di Ground Zero, cui partecipano anche esponenti ebrei e musulmani. “Spero che la nostra presenza qui – ha affermato sia un segno potente delle nostre volontà di condividere e riaffermare il desiderio di essere forze di riconciliazione, forze di pace e giustizia in questa comunità e in ogni parte del mondo”.
“Mi riempie di speranza, in questo luogo di dolore e di ricordo, l’opportunità di associarmi ai leader che rappresentano le molte religioni che arricchiscono la vita di questa città“, ha affermato Francesco. “Nelle differenze, nelle discrepanze è possibile vivere in un mondo di pace”, ha aggiunto. “Essere profeti di ricostruzione, profeti di riconciliazione, profeti di pace”, sottolinea il Pontefice.
“Questo è un luogo in cui piangiamo, piangiamo il dolore provocato dal sentire l’impotenza di fronte all’ingiustizia, di fronte al fratricidio, di fronte all’incapacità di risolvere le nostre differenze dialogando. In questo luogo piangiamo per la perdita ingiusta e gratuita di innocenti, per non poter trovare soluzioni per il bene comune”.
“Diversi sentimenti, emozioni provoca in me il trovarmi qui a Ground Zero, dove migliaia di vite sono state strappate in un atto insensato di distruzione. Qui il dolore è palpabile. L’acqua che vediamo scorrere verso questo centro vuoto, ci ricorda tutte quelle vite che stavano sotto il potere di quelli che credono che la distruzione sia l’unico modo di risolvere i conflitti. È il grido silenzioso di quanti hanno sofferto nella loro carne la logica della violenza, dell’odio, della vendetta. Una logica che può produrre solo dolore, – avverte il Papa – sofferenza, distruzione, lacrime. L’acqua che scorre giù è simbolo anche delle nostre lacrime. Lacrime per le distruzioni di ieri, che si uniscono a quelle per tante distruzioni di oggi”.