L’aspirina entra ufficialmente nell’elenco delle armi anti-cancro negli Usa. Una “banale” dose di aspirina al giorno, infatti, è in grado di ridurre l’incidenza e la mortalità collegate a una serie di forme tumorali.
Secondo studi recenti, l’azione della cosiddetta “aspirinetta” (dose giornaliera inferiore a 100 milligrammi) è particolarmente efficace nei casi di tumore al colon: ne riduce l’incidenza del 35%.
Nel corso degli ultimi anni, diverse ricerche scientifiche erano giunte a conclusioni simili fra loro: l’uso regolare della cardio-aspirina diminuirebbe le probabilità di ammalarsi di varie forme di cancro (primo fra tutti quello del colon retto) e nei pazienti che sono già stati colpiti dalla neoplasia abbasserebbe la mortalità, riducendo anche il rischio di sviluppare metastasi.
L’ultima ricerca in termini temporali è quella pubblicata sulla rivista specializzata “Annals of Oncology”: l’indagine condotta in Gran Bretagna ha osservato che 10 anni di uso continuato di aspirina riducono l’incidenza dei tumori del colon del 35%, e dell’esofago e stomaco del 30%.
L’uso dell’aspirinetta è ben apprezzato anche sul fronte italiano: secondo Francesco Cognetti, direttore del Dipartimento oncologia medica dell’Istituto nazionale Regina “in pazienti recidivi consolida l’effetto “benefico” della chemioterapia, in più c’è un ottimo rapporto costo-beneficio all’uso del farmaco. Anche considerando le principali problematiche dell’aspirina, legate al rischio di sanguinamento, in particolare gastrico – prosegue Cognetti – il rapporto risulta sempre a favore dell’uso dell’aspirina, anche rispetto agli effetti collaterali che dà la chemioterapia”.