Il ministero della Salute sta per presentare un disegno legge per abolire tutte le prestazioni sanitarie considerate inutili: sarebbero 208 gli esami a rischio di inappropriatezza contenute nell’elenco consegnato dal ministro della Salute Lorenzin ai sindacati dei medici. La prima bozza del documento ne prevedeva 180.
La lista comprende prestazioni e patologie molto comuni: si va dalle prescrizioni di farmaci per il colesterolo, esami di laboratorio in regime di screening, prestazioni odontoiatriche, test radiologici, tac e risonanze magnetiche.
Il costo causato dalla prescrizione non necessaria di tali esami ammonterebbe a circa 13 miliardi di euro.
Il fenomeno è legato alla cosiddetta medicina difensiva, cioè l’atteggiamento auto protettivo del medico che eccede nel prescrivere per paura di denunce. La richiesta di un esame specifico (e particolarmente costoso) dovrà essere giustificata da una serie di accertamenti precedenti. È prevista una sanzione per i medici (anche pecuniaria) in caso di mancata osservanza del protocollo.
I sindacati sono in allarme e accusano il ministero della salute di ottenere solo “una svalutazione del ruolo dei professionisti della Sanità e la rottura del rapporto tra medici e pazienti, a vantaggio delle strutture private”, come spiega il segretario Fp-Cgil Medici Massimo Cozza che aggiunge: “i cittadini dovranno pagare di tasca propria varie prestazioni in determinate situazioni”.
Il ministro Lorenzin ha dichiarato al programma di Canale 5 “La telefonata di Belpietro” di volere solo trovare strumenti per agire in modo più sereno e ha aggiunto: “Le sanzioni amministrative sul salario accessorio scatteranno dopo un eccesso reiterato di prescrizioni inappropriate e solo dopo un contraddittorio con il medico che dovrà giustificare scientificamente le sue scelte. Se non lo farà, solo allora scatterà la sanzione”.
Di parere opposto Costantino Troise, segretario dell’Anaao, il maggior sindacato dei medici dirigenti, che annuncia: “E’ già in atto una mobilitazione che potrebbe portare anche a uno sciopero di tutto il mondo della sanità italiana“.
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