Più che le opposizioni, sono i dissensi interni al Partito democratico a rendere il clima molto teso a Palazzo Madama dove è ripresa la discussione generale sulle Riforme. Al termine di una riunione della minoranza Pd al Senato, si è deciso che in questa fase la minoranza ripresenta i suoi emendamenti al testo. Una decisione che non è piaciuta ai renziani. C’è apprezzamento per l’apertura in direzione sul comma 5 dell’articolo 2, ma, sottolineano dalla minoranza Dem, bisogna vedere o concordare i testi.
Il mantenimento dei 17 emendamenti al testo, con le 28 firme dei senatori della minoranza, è dovuto anche al fatto che il presidente Pietro Grasso debba ancora pronunciarsi sull’emendabilità all’articolo 2.
Il governo è subito corso ai ripari: la maggioranza è al lavoro, a quanto si apprende da ambienti parlamentari, sulla stesura di alcuni emendamenti al ddl Boschi che intervengano non solo sull’indicazione dei futuri senatori, al comma 5 dell’articolo 2, appunto, ma anche sulle funzioni del futuro Senato delle Autonomie. Gli emendamenti saranno presentati entro domani alle 9. Nella stesura degli emendamenti sono impegnati, in prima battuta, il presidente della I commissione Anna Finocchiaro, il ministro Maria Elena Boschi e il capogruppo Pd al Senato Luigi Zanda.
“Mi auguro che il lavoro di tutti noi, del governo e dei parlamentari, nelle prossime ore sia svolto saggiamente e con responsabilità“, ha detto il ministro per le Riforme, Maria Elena Boschi.
Aprendo la seduta, intanto, il presidente Pietro Grasso, in considerazione del gran numero di richieste di intervento (110 in tutto) ha ridotto a dieci minuti il tempo a disposizione per ciascun oratore, scatenando le proteste delle opposizioni, che hanno parlato di “tagliola”. “Tutto avrei potuto immaginare, tranne che una decisione che è frutto di prerogative presidenziali potesse essere interpretata come un cedimento a eventuali pressioni”, ha detto nell’Aula del Senato il presidente Grasso rispondendo a chi contestava la sua decisione di “armonizzare” i tempi della discussione generale sulle riforme. La conclusione della discussione generale è prevista per mercoledì.